Antonella Botticelli – Visioni materiche – Napoli – 08/05 – 12/05

Antonella Botticelli

Visioni materiche

8 – 12  maggio 2017

Napoli

Biblioteca Comunale Benedetto Croce

Inaugurazione lunedì 8 maggio alle ore 17.00

Presenta Giorgio Agnisola

“Cosa spinge Antonella Botticelli a produrre opere astratte e materiche caratterizzate soprattutto dal bianco e dal nero, utilizzando catrami, acrilici e pigmenti e materiali diversi, su cui interviene talora con colori preziosi o forti, in sottofondo o in superficie, come ori o rossi, i primi a impreziosire lo spartito materico, i secondi a segnare lo spazio più drammaticamente, quasi a indicare un taglio o una ferita di fontaniana memoria?

Per rispondere occorre andare all’origine del segno informale, al suo bisogno primigenio di negare la realtà per ritrovarla, per sancire che l’arte è di fatto linguaggio autonomo: esperienza che va al di là, oltre la realtà stessa e non è giustificata dal solo occhio realistico.

Botticelli indaga appunto una realtà interiore. La insegue a partire da una materia spessa e rugosa, trattata egualmente con impulsività e lucidità. Il segno assume talora un movimento avvolgente, orientato a comporre come un reticolo, un intreccio insolubile nel rilievo sfibrato della superficie.

L’opera nell’intrico dei segni sembra contenere uno spazio cavo, misterioso.

Altre volte il segno si dispiega in spartiti più sonori e dilatati, ora densi ora rarefatti, in cui si lasciano trapelare profili vagamente allusivi di una realtà fantastica, immaginaria, onirica. In questo caso più che coprire e nascondere l’artista svela, rivela, apre lo sguardo, lo approfondisce, acuendone la prospettiva, lo distende in lontananza. La dimensione inconscia e surreale qui è palese e non di rado altresì quella sognante. Un sogno che appare tuttavia insieme mitico e drammatico, nell’aprirsi di prospettive arcaiche e persino apocalittiche. E che testimonia la capacità visionaria dell’artista. Una visionarietà contenuta e raccontata dalla grafia scomposta del segno, sentita come urgenza di una sensibilità che si apre e dispiega ad abbracciare il mondo.

La materia diventa così specchio di un’anima, percorso di vita. Emana insomma una sorta di spiritualità dall’arte di Botticelli, una spiritualità invero in genere sofferente, persino crucifera. Come se lo spazio fosse sacrificio, conflitto. Se alcuni lavori, soprattutto i primi, si caratterizzano per uno dimensione cromatica di fondo, una sorta di quinta entro cui si sviluppa la dinamica informale, in seguito il segno prende decisamente il sopravvento nella sua totalità fantastica, fino ad identificarsi come percorso che va dal generale al particolare.

E’ appunto nel particolare che quest’arte rivela i suoi preziosismi cromatici, le sue aperture in termini di immaginazione e di sogno. Un particolare che rivela altresì tutta la meticolosa elaborazione dell’opera, che testimonia per altro verso il vigilato mestiere.”

 

Biblioteca Benedetto Croce

Via Francesco De Mura,2a

Vomero, Napoli