Mario Lanzione – Studio Arte Fuori centro – Roma – 03/05 – 19/05

Mario Lanzione

“Carte, trasparenti filtri delle emozioni”

Roma

Studio Arte Fuori Centro

Proposte 2017

CORRISPONDENZE ASSONANTI

a cura di Massimo Bignardi

 3 – 19 maggio 2017

Mercoledì 3 maggio 2017, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, sarà inaugurata la mostra personale di Mario Lanzione “Carte, trasparenti filtri delle emozioni” ultimo appuntamento della rassegna “Corrispondenze assonati”; quattro proposte di linguaggio sul tema del frammento, dello strappo, della ‘memoria’, curata da Massimo Bignardi.

L’esposizione rimarrà aperta fino al 19 maggio, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00 – altri giorni su appuntamento.

Con la mostra dei dipinti di Mario Lanzione tratti dal ciclo delle ‘Carte’ si conclude la rassegna “Corrispondenze assonanti” curata da Massimo Bignardi. Il tema del “frammento”, inteso quale misura di esercizi creativi che restituiscono il senso dell’attraversamento, silenzioso e lento, nello spazio e nei luoghi della creatività, approda alla pittura, al linguaggio dei segni, dei colori, della superficie.

Dopo i frammenti di geometrie proposti dalle composizioni minimaliste di Silvio D’Antonio le cui opere hanno aperto la rassegna essa ha volto l’attenzione alla materia e alle possibili manipolazioni: dapprima con il collage che ha strutturato gli scarti e gli spessori messi su dalle ‘carte’ di Angela Rapio, poi le città di Giuseppe Di Muro, innalzate dall’alchimia della ceramica, esplicitando il desiderio ripensare alla ‘città’, al suo statuto che pervade l’immaginazione dell’artista.

Con le tele e le tavole di Lanzione, la riflessione torna sulla pittura e sull’esercizio della fusione del colore con la trasparenza velatura delle carte sovrapposte, sull’inganno che realizza nei nostri occhi: una serie di dipinti che testimoniano di un lungo lavoro che l’artista, da anni residente a Benevento, ha realizzato nell’ultimo decennio.

«È questo – rileva Bignardi –  l’incipit che, nello specifico dell’analisi delle opere di Mario Lanzione raccolte in questa mostra, agevola la lettura spingendola verso l’intimo dialogo intrattenuto dall’artista con la pittura. Si tratta di opere tratte da un ampio ciclo di dipinti, su tavola, su tela, su cartoncino, sui quali Lanzione interviene servendosi di carte veline, di colori acrilici, ma anche di sabbia tenuta insieme da colle di diversa densità. Un’esperienza, fortemente sollecitata da suggestioni attinte ai registri di una certa pittura gestuale quindi di matrice informale, che corre parallela all’altra componente, maggiormente riconosciuta dalla critica, orientata verso un’astrazione geometrica, rispondente a quelle aperture, in ambito nazionale, dalla ritrovata verve di una astrazione d’impronta concretista. […] Per Lanzione, riprendendo quanto scrivevo di recente, l’esercizio della pittura rende esplicita la sua necessità di costruire luoghi dell’immaginario, architetture di trasparenze, di piani traslucidi nei quali fa scivolare il corpo espressivo del colore: un luogo, dunque, di accadimenti, di emozioni, di vita».