Michele Rosa - Palazzo municipale della Città di Dudelange - Lussemburgo

Michele ROSA – L’ARTE CHE NARRA LA VITA

L’ARTE CHE NARRA LA VITA

di Rosella Tomassoni e Eugenia Treglia

(Professore ordinario Psicologia della creatività presso l’Università degli Studi di Cassino e L.M e PhD in Psicologia Generale docente di Psicologia dell’Arte e della Letteratura)

La mostra del pittore Michele ROSA a Dudelange in Lussemburgo – in occasione della XIX edizione della “Settimana della lingua e della cultura Italiana nel mondo” col patrocinio dell’Ambasciata Italiana di Lussemburgo – emblematicamente intitolata “Un frammento di vita” copre l’arco di circa un ventennio della produzione dell’artista includendo molti dipinti relativi all’ultimo periodo. Questo consente al fruitore di contemplare la parabola esistenziale ed artistica del maestro Rosa che trova, proprio negli ultimi anni, un suo vertice di vigore, espressività ed impegno civile.

L’ultima creatività sembra esprimersi cioè con nuove prospettive in età avanzata, quasi a suggellare la fine di un percorso di cui, forse, solo al termine si comprenderà totalmente il senso profondo.

La storia personale del maestro è del resto espressione e testimonianza di un processo creativo fecondo ed inarrestabile, di un’arte narrativa della propria vita interiore trasfigurata in opere, ma anche e soprattutto del più ampio contesto socio-culturale italiano ed internazionale di cui continua ad essere attivo protagonista e portavoce.

Arte come lampo di luce che precede ed illumina, attraverso la chiarezza dei ricordi, della loro costanza ed eredità culturale, lo spettro della morte ed il buio delle coscienze. Riconoscere e valorizzare l’ultima creatività del maestro Rosa non solo ci conferma implicitamente l’esistenza, già scientificamente documentata, di una potenzialità creativa per tutta la vita, ma ci induce a riflettere sulle caratteristiche di innovatività che essa può racchiudere.

Le ultime opere di Rosa non sembrano infatti esprimere una nostalgica revisione del piacere di vivere o una regressione ad un anelito creativo o ancora un estremo tentativo di rimanere aggrappati alla vita.

No! Esse palesano piuttosto il desiderio e la forza di completare e definire il proprio percorso esistenziale e di scolpire a chiare lettere, sulla ruota del tempo, il proprio messaggio etico ed artistico.

Scelte cromatiche audaci, grovigli ed impasti materici testimoniano la flagranza senza tempo dell’atto creativo che lascia fluire l’emozione direttamente sull’opera trasformandola in materia ardente, satura di fisicità e stillante di luce, in un inno alla vita vissuta e ancora da vivere.

Anche la riflessione etica si fa quanto mai sagace e stringente, volgendosi, sulla linea tracciata anche da artisti come Warhol e Duchamp, sull’intima dialettica tra valore artistico e valore economico, tra essenza ed apparenza.

Attraverso i quadri astratti con sovrapposizione di banconote l’artista intende significare che il vero capitale sia l’arte, che ciascuno di noi possiede una latente energia creativa che è la vera ricchezza, ma questa equazione può essere letta anche al contrario, ossia come critica alla società consumistica contemporanea che tende a reificare attraverso il denaro anche gli affetti e i valori umani fondamentali.

In un tempo di corporeità sfrontata e di mercificazione dell’erotismo, i nudi femminili dipinti da Rosa celano invece l’intento di recuperare un valore di naturalezza primigenia che ha più a che fare con i sentimenti che con la sensualità.

Il corpo femminile, esposto nella sua fisicità, talora di schiena, come osservato di nascosto, non suscita nello spettatore un approccio voyeuristico, ma diviene piuttosto involucro enigmatico di sentimenti, oggettivazione di stati d’animo ambigui, territorio su cui sperimentare la disarmante essenza del vivere.

Nudi che sembrano rimandare dunque alla tipica interrogazione contemporanea sul tema dell’identità che tanto più appare esibita, tanto più nasconde la verità ultima, sofferta, che ciascuno porta dentro di sé e che resta forse per sempre confinata nel profondo della propria coscienza.

L’incredibile forza evocativa delle immagini prodotte dall’artista sembra dunque scaturire da una ricerca interiore di verità mai compiutamente appagata e dalla profonda conoscenza di quell’immenso bacino immaginario dell’esistenza umana. Il tratto più significativo della pittura di Rosa resta comunque, al di là dell’intrinseco valore etico ed estetico della sua opera, la capacità di coinvolgere/sconvolgere emotivamente l’osservatore e di indurlo a superare le barriere della razionalità per proiettarsi in una nuova dimensione di senso.