Giulia Napoleone - Nero di china - Galleria Il Ponte - Firenze

Giulia Napoleone – Nero di china – Galleria Il Ponte – Firenze

Giulia Napoleone

Nero di china

a cura di Bruno Corà

Galleria Il Ponte
Via di Mezzo 42/b, 50121 Firenze

18 gennaio – 20 marzo 2020

Inaugurazione Giulia Napoleone. Nero di china  sabato 18 gennaio ore 18.00

Il Ponte inaugura il nuovo anno con una mostra dedicata a Giulia Napoleone. Artista, cui la galleria aveva già organizzato nel passato due mostre, nel 1996 e nel 2002. La mostra che presentiamo, come si può facilmente evincere dal titolo, è interamente dedicata a un nucleo di recenti opere in bianco e nero, realizzate interamente con l’inchiostro di china.

Il volume che la correda, oltre a presentare le quindici opere esposte, ripercorre questo aspetto del lavoro dell’artista fin dalle sue prime piccole chine della metà degli anni Cinquanta. Attraverso le immagini e il testo di Bruno Corà, si potrà così penetrare nella peculiare dimensione di un mondo in bianco e nero, che si concretizza nelle opere di questa artista attraverso l’uso dell’inchiostro di china, portato fino al suo limite estremo.

Come scrive Stefania Zuliani: “Un segno dopo l’altro, con precisione paziente e necessaria, da oltre mezzo secolo Giulia Napoleone cerca l’ordine luminoso della forma. Una forma che è viva e perciò imperfetta, come vivo e imperfetto è il pensiero di chi non teme l’errore e quindi rifugge l’ovvio e il già noto.

Ciò che l’artista sperimenta nella quiete silenziosa del suo studio, da qualche anno nascosto tra le colline e i campi di lavanda della Tuscia, è la ricerca ostinata di un equilibrio che nulla concede alla facilità della rappresentazione e che dell’astrazione conosce le regole, ma privilegia le eccezioni, creando immagini nitide, nette di luce e di ombra, immagini assidue che sono l’esito preciso di una tecnica e una materia scelte ed esercitate di volta in volta con perizia e rispetto.
Fuori da ogni rigido vincolo progettuale, Giulia Napoleone si muove fra le sue carte… con la grazia leggera del viandante, senza l’assillo di una destinazione [e come lei stessa scrive]: Il mio lavoro è un cammino che conosce soste, forse, ma che non ha mete né punti di arrivo. É un andare verso.”