Nella incredibile sala dei metalli, vicino al rame abbagliante di New York 10 e al bronzo oscuro della “Nature” c’è un uomo immobile, intento nell’atto di colpire qualcosa con un lungo attrezzo che sembra un punteruolo o una fiocina.
Destinata inizialmente ad un mercato del pesce di Milano, è un’opera di un giovane Lucio Fontana realizzata negli anni 1933-34.
Fontana è ritornato in Italia dall’Argentina da pochi anni, si è diplomato all’Accademia di Brera dove ha avuto come maestro il grande Adolfo Wildt. Vuole imparare le tecniche e l’arte tradizionale, ma ha già intenzione di allontanarsene per sperimentare una nuova dimensione creativa. In questa statua si può vedere l’impostazione classica dei suoi studi, come ad esempio il richiamo alla statuaria ellenistica, ma si intuisce già una volontà di staccarsi dalla figura, andare oltre, inventare linguaggi nuovi.
Le forme umane sono abbozzate, sfuggenti, e tutta la figura di gesso è dipinta con una patina d’oro che cerca di annullare completamente ogni pretesa di rappresentazione realistica come già era successo con l’Uomo nero, opera oggi andata perduta. Il Fiocinatore con quel braccio alzato e una specie di punteruolo è diventato ora quasi un involontario autoritratto di Fontana, sospeso nel gesto di bucare una tela immaginaria.
Puoi vederlo dal vero alla Villa dei Capolavori nella mostra Lucio Fontana Autoritratto.