“Il sogno di Modigliani” – Numeri da record a Padova

Numeri da record a Padova per la mostra

Il sogno di Modigliani”

Un omaggio ad Amedeo Modigliani scultore

a 140 anni dalla nascita (1884-2024)

a cura di Marina Sonzini

con il patrocinio della Provincia di Padova

Le sculture di Remus Botarro, i disegni di Francesco Tonarini,

con opere di Auguste Rodin, Constantin Brâncuşi, Miliţa Petraşcu,

Jacques Orlando Sinapi, Letizia Ardillo, Cinzia Cotellessa

e con le maschere africane della collezione Lirussi

Ogni ven-sab-dom dal 14 dicembre 2024 al 16 febbraio 2025

Padova, Palazzo S. Stefano, Piazza Antenore 3

ingresso e visite guidate gratuiti

Sono numeri da record quelli registrati dalla mostra inaugurata a dicembre nel Museo di Palazzo Santo Stefano, sede di rappresentanza della Provincia di Padova. Una mostra di approfondimento, realizzata nel 140° anniversario della nascita dell’artista. Una mostra su Modigliani, non di Modigliani, che propone una lettura della scultura di Modigliani, il suo grande sogno, alla luce dei fattori che la compenetrarono, a partire dalla cultura ebraica, passando per lo studio della scultura trecentesca (soprattutto di Tino di Camàino) e del Rinascimento (il non-finito di Michelangelo), per arrivare a Parigi, alla fascinazione per l’arte egizia (il calendario di Dendèra), poi l’incontro con Brâncuşi, la presa di distanza dalle avanguardie, l’influsso dell’arte “negra”, per finire con l’incontro con Max Jacob e l’ approfondimento della gematria e della cabalà.

In una famosa lettera inviata a Oscar Ghiglia nel 1903 da Venezia, Modigliani scrisse: Il tuo dovere è di non consumarti mai nel sacrificio. Il tuo dovere reale è di salvare il tuo sogno”.

Il sogno di Modigliani era la scultura. Era, come fu per Michelangelo, estrarre dalla pietra ciò che in essa è già contenuto, ovvero il mistero della Creazione, il grande mistero che è la natura interiore dell’essere umano.

La mostra offre un percorso che aiuti a comprendere le cariatidi, “colonne della tenerezza”, e il sogno purtroppo incompiuto di realizzare un “tempio della voluttà e della bellezza” negli anni in cui la scultura occidentale riscopriva il fascino del tempio, il sogno di riunire arte e architettura da un lato, arte e spiritualità dall’altro. Negli anni in cui nasceva la psicanalisi, questo artista straordinario indagava l’individuo da un punto di vista unico e ineguagliato.

I problemi di salute purtroppo impedirono a Modigliani di continuare a scolpire e i suoi ultimi anni li dedicò ai grandi capolavori pittorici. Meteora vissuta troppo poco, Amedeo è stato un unicum nella storia dell’arte e ha lasciato un segno incancellabile. Questa mostra vuole mettere in evidenza gli elementi che racchiusi nella sua scultura, sfatando i troppi stereotipi e restituendo invece il senso della sua ricerca e della sua profonda cultura..

La mostra si compone di quattro sezioni:

  1. Le basi (la cultura ebraica)

Le 22 lettere dello Sefer Yetzirà e l’Albero Sefirotico

Le opere di Letizia Ardillo dal titolo “Visioni” (già presentate alla Sinagoga di Roma nella Giornata Europea della Cultura Ebraica assieme agli studi di Yarona Pinhas), aiutano a raccontare il significato delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico, i “mattoni dell’universo”, base della creazione, e cosa sia la gematrìa; “Connessioni” spiega invece l’albero della vita e le sue Sefiròt, senza avere l’ardire di addentrarsi in argomenti così complessi, ma provando solo a fornire uno strumento in più con cui leggere le opere di Modigliani.

Le opere di Remus Botarro legate alle storie dell’Antico Testamento e all’ebraismo:

Sono opere realizzate in bronzo, legno fossile del delta del Danubio, pietra e legni provenienti da Pulkau in Austria, dove nel 1338 avvenne un drammatico pogrom contro gli ebrei. Una serie di sculture che raccontano Mosè, Il Profeta Isaia, La nascita di Sara, Adamo ed Eva, Il frutto del Paradiso, La Porta di Gerusalemme, La preghiera del Kidduch.

Le maschere africane usate nei riti di passaggio (prima parte delle maschere della Collezione Lirussi)

Maschere usate nei riti funebri o legati alla nascita, al culto dei morti, a riti religiosi. Una straordinaria collezione di maschere e feticci proveniente dai tanti viaggi africani di Delfino Dinz Rialto, raccolta con passione dal collezionista padovano Lirussi.

Je suis juif

Un disegno di Francesco Tonarini che ritrae Modigliani come si presentava a Parigi: orgoglioso della sua origine e della sua cultura ebraica; Parigi che in quegli anni era scossa dal processo Dreyfus.

Due ritratti di Modigliani ad olio, eseguiti da Remus Botarro ci porteranno ad accennare il senso dei famosi occhi disegnati e dipinti tante volte da Modigliani (e a sfatare una celebre frase nata da una pellicola cinematografica e mai pronunciata dall’artista).

  1. Modigliani scultore

Questa sezione centrale illustra con 30 disegni eseguiti dal livornese Francesco Tonarini le opere scolpite da Modigliani. Un lavoro imponente che restituisce in un unico colpo d’occhio l’intera produzione scultorea di Modigliani: troppo breve e numericamente limitata, ma dal significato fondamentale.

In mostra anche il bronzo ricavato da una delle teste in pietra, fusione postuma a cera persa eseguita dalla Fonderia Valsuani di Parigi, e una seconda sezione di maschere africane provenienti dalla collezione padovana Lirussi, messe a confronto con i disegni di maschere di varie etnie del mondo.

Entreremo nel dettaglio di come ogni influenza e ogni studio siano stati sintetizzati nelle sculture di Modigliani. La scultura in bronzo di Remus Botarro “Il sogno di Modigliani” che, insieme ai disegni di Tonarini, dà il titolo alla mostra, completa questa sala, sintetizzando appunto il senso di questo sogno.

  1. I maestri

In questa sezione sono presenti una scultura di Auguste Rodin (maestro di Brâncuşi), due opere di Miliţa Petraşcu (allieva di Brâncuşi, conobbe Modigliani a Parigi) e un’opera molto preziosa di Brâncuşi; poi il Trittico della Storia dell’arte di Remus Botarro (tre dipinti che raccontano la strada percorsa dall’arte europea partendo da Hieronymus Bosch, passando per Van Gogh, sino ad arrivare a Brâncuşi e Modigliani); una rara scultura di J.O.Sinapi e due sanguigne di Cinzia Cotellessa: i due ritratti di Rodin e Modigliani: il prima e il dopo nella scultura a cavallo tra Ottocento e Novecento.

In questa sala anche le due opere più famose di Botarro: “La Madonna nera” e “Lo spirito del sogno”, che danno forma ad un tempo all’eredità di Brâncuşi nella scultura contemporanea e ad una visione mistica dei sogni artistici.

  1. L’influenza sulla scultura contemporanea

In questa sezione si potranno ammirare le opere scultoree di Remus Botarro provenienti dal Museo di Dieuze: si tratta del più importante scultore romeno vivente, che porta avanti la tradizione iniziata da Brâncuşi, passata per Miliţa Petraşcu e oggi pienamente mitteleuropea. Le opere di Botarro sono state esposte nelle più importanti sedi istituzionali d’Europa: da Londra a Montecarlo, dal Lussemburgo alla Francia, passando per Austria, Romania e Germania.

Le sculture in pietra L’Amore dimenticato, Il bacio cosmico, Valérie, Claudia, il bronzo Le tre Grazie e il bellissimo Spirito del legno.

A seguire, lo “Studio della stilizzazione caricaturale dell’Amazzone di Modigliani” realizzato da Francesco Tonarini, accanto alla scultura di Botarro dedicata a “Peggy Guggenheim come amazzone”.

E per finire, la scultura di Remus Botarrro dedicata a Jeanne Hébuterne, che conclude la visita con un cenno agli amori di Amedeo a Parigi, da Anna Achmatova alla giovane madre di sua figlia.

La mostra propone dunque un articolato percorso che racconta dapprima la cultura ebraica di Modigliani e poi le influenze di ciò che vide al suo arrivo a Parigi, provando a spiegarne l’opera scultorea, ma anche volendo suggerire che ogni grande artista ha una chiave di lettura profonda ed è per questo (non certo per la leggenda di artista maledetto) che i geni assoluti come Modigliani cambiano la storia dell’arte per sempre.

A far da cornice alla mostra, le splendide sale di Palazzo Santo Stefano, sede di rappresentanza della Provincia di Padova, con la sua ottocentesca Sala Consiliare, l’imponente scalone d’onore razionalista e il rifugio antigas della seconda guerra mondiale.

Alla Provincia di Padova e in particolare al Consigliere Provinciale con delega alla Cultura Vincenzo Gottardo va il merito di aver aperto le porte del Museo di Palazzo Santo Stefano all’arte con un’offerta di livello internazionale e completamente gratuita, che porta in città opere di grande prestigio.

Padova ha uno dei suoi due licei artistici intitolato a Modigliani e si è presentata pronta all’appuntamento con il 140° anniversario della nascita di questo immenso artista, a riconferma dell’attenzione di questa città, coi suoi siti UNESCO, nei confronti della cultura.

Nell prime settimane di apertura la mostra ha registrato un eccezionale afflusso e successo di pubblico, con il grande onore della presenza del Rabbino di Padova Locci all’inaugurazione e con una viva partecipazione dei cittadini padovani durante le feste natalizie. Numeri da record proseguiti senza soluzione di continuità per tutto il mese di gennaio. C’è tempo sino al 16 febbraio per visitare gratuitamente la mostra nel fine settimana. Per chi arriva da altre città, Palazzo Santo Stefano si trova nel centro storico di Padova.

La mostra è aperta al pubblico gratuitamente il ven-sab-dom

dal 14 dicembre 2024 al 16 febbraio 2025

orari 10,30-12,30 e 15-19

Palazzo Santo Stefano – Piazza Antenore 3 – Padova