La dea guerriera di Falerii. Il tempio di Celle dall’archivio al fumetto – Museo Archeologico dell’Agro Falisco

La dea guerriera di Falerii

Un percorso espositivo tra archeologia, archivi e fumetti al Museo Archeologico dell’Agro Falisco

Il giorno 26 maggio, alle ore 17 presso il Museo Archeologico dell’Agro Falisco (Forte Sangallo) a Civita Castellana, verrà inaugurata la mostra: “La dea guerriera di Falerii. Il tempio di Celle dall’archivio al fumetto”, frutto di un progetto di ricerca e valorizzazione condotto in collaborazione tra l’équipe del Progetto Falerii, attivo presso il Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza Università di Roma, la Direzione Regionale Musei Lazio, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, il Comune di Civita Castellana e l’Istituto di Istruzione Superiore U. Midossi di Civita Castellana (Licei Linguistico, sede di Nepi, Istituto Tecnico di Civita Castellana e Liceo Artistico, sede di Vignanello).

La scoperta del tempio in località Celle a Civita Castellana – l’antica Falerii – risale alla fine dell’Ottocento. All’epoca il clamore per il rinvenimento fu forte, per via della monumentalità delle strutture e per la consistenza dei ritrovamenti. Il tempio venne subito messo in connessione con quello di Giunone Curite, di cui le fonti antiche ci parlano, in particolare citato dal poeta latino Ovidio negli Amores (III, 13). Si trattava, inoltre, secondo gli studiosi, del primo esempio di tempio etrusco-italico portato alla luce. Le ricche terrecotte architettoniche entrarono subito a far parte del Museo di Villa Giulia a Roma, dove ancora sono in parte in esposizione.

Il monumento è stato poi indagato nuovamente a più riprese nel corso degli anni ’30 e ’70 del ‘900. Mancava, ad oggi, una visione complessiva di tutte queste indagini che portasse a una sua piena comprensione.

La mostra, attraverso un percorso narrativo pluristratificato, presenterà, per la prima volta al pubblico, le intricate vicende relative alla scoperta e riscoperta dell’edificio templare, nel corso di oltre un secolo: una lunga pagina di microstoria, a cavallo tra vicende locali e nazionali, in cui accanto a funzionari dello Stato impegnati nella tutela dei beni culturali compaiono imprenditori intenti nell’edificazione della linea ferroviaria Civita Castellana-Viterbo e personaggi di spicco della cultura dell’epoca quali, ad esempio, Luciano De Feo, Direttore dell’Istituto internazionale per la Cinematografia educativa negli anni ’30 e che partecipò anche alla nascita del Festival Cinematografico di Venezia.

L’esposizione, in cui sarà incluso anche un percorso tattile con pannellistica braille, sarà l’occasione per presentare al pubblico la ricostruzione del monumentale tempio, uno tra i più grandi ad oggi noti in Etruria, con una superficie di 1008 mq e che sorgeva su di un basamento di 1400 mq.

Il visitatore sperimenterà, infine, un’esperienza immersiva, a cavallo tra narrazione dell’antico e rielaborazione contemporanea, frutto di un PCTO con l’Istituto di Istruzione Superiore Ulderico Midossi, Liceo Artistico (Indirizzo Audiovisivo e Multimediale) e Istituto Tecnico (Indirizzo Informatico). Gli studenti, guidati dai docenti e dagli archeologi del Progetto Falerii, hanno infatti dato vita a un percorso narrativo, in cui dati archeologici, fonti classiche, realtà paesaggistica contemporanea, mondo digitale e fumetto sono stati sapientemente miscelati. L’esposizione sarà corredata da un apparato didattico trilingue (in Inglese, Francese e Spagnolo), anch’essa opera degli studenti di un’altra articolazione del Midossi: il Liceo Linguistico di Nepi.

La mostra rimarrà aperta al pubblico sino al 15 settembre 2023 e sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 9 alle ore 18.