“L’Arc-en-ciel”: il cortometraggio di Simone A. Tognarelli smaschera la propaganda con il surrealismo
L’ARC-EN-CIEL
Un cortometraggio tra surrealismo e critica politica, firmato da Simone A. Tognarelli
Un arcobaleno di simboli e visioni distorte, un viaggio onirico tra rovine e illusioni: “L’Arc-en-ciel” è il nuovo cortometraggio scritto e diretto da Simone A. Tognarelli, con le musiche originali di Jacopo Aliboni e l’intensa interpretazione di Tania Pentina nel ruolo della protagonista. Girato nelle suggestive ex colonie di Calambrone (PI), già location de Il Paziente Inglese, il film si propone come una potente riflessione visiva sul linguaggio del potere contemporaneo.
Con una durata di circa dieci minuti, il cortometraggio fonde video musicale, cinema sperimentale e surrealismo politico per svelare uno dei meccanismi comunicativi più pervasivi del nostro tempo: il social washing, in particolare quando applicato alla retorica bellica. Tognarelli costruisce un racconto simbolico e perturbante, in cui si susseguono marionette, teatrini infantili, palloncini dal sorriso ambiguo e colori saturi, rosso, giallo, verde, blu, che compongono un arcobaleno tutt’altro che rassicurante.
Al centro della narrazione troviamo Dorothy, archetipo infantile e smarrito, che attraversa un mondo contaminato dove l’estetica del consenso prende il posto della verità. L’innocenza è manipolata, la realtà spettacolarizzata, e la pace diventa solo un costume di scena in una rappresentazione già scritta.
Il climax del film arriva con la comparsa di un Monolito: simbolo muto e verticale, che richiama la verità irrappresentabile. Dietro di esso, nel finale, una figura emerge dal mare. È salvezza o minaccia? La risposta dipende dallo sguardo di chi osserva.
Con “L’Arc-en-ciel”, Simone A. Tognarelli ci invita a superare la superficie patinata delle immagini mediatiche e a interrogarci sul ruolo dell’arte nella denuncia della propaganda e nella difesa della complessità del reale.