Mauro Pinna – Mostra fotografica a cura di Veronica Muntoni – Spazio Opposto – Cagliari
Meno questa è incorporata nella vita conscia dell’ individuo tanto più è nera e densa.
Carl Gustav Jung
L’intera ricerca dell’artista nei lavori presenti nella mostra “Dall’ombra in poi” è un continuo viaggio nella memoria e nell’esplorazione della propria ombra, un viaggio introspettivo che, in maniera psicanalitica, affronta utilizzando il mezzo fotografico come punto d’arresto di un intero processo. Questo processo parte da una ricerca contemplativa del sé per poi passare a dar forma, con l’argilla, a soggetti inanimati dalla grande carica simbolica: animali, creature deformi che diverranno compagni di viaggio in questo attraversamento nell’inconscio.
L’intero lavoro diventa una sorta di diario psicologico, ricco di materiale onirico dove nulla è lasciato al caso. È un diario in cui appuntare e arrestare per immagini la fuga dal proprio mondo.
Il corpo diventa mezzo d’espressione all’interno della propria narrazione, mescolandosi e camuffandosi in svariate texture all’interno di uno spazio fisico che appare più mentale, onirico. Diventando presenza indisturbata, il corpo si lascia assorbire dall’ambiente stesso in una perfetta armonia di elementi che richiamano alla ciclicità della natura (come nell’utilizzo di vegetazione marcescente). Questo richiama un inizio e una fine temporale, che accomuna ogni forma di vita.
Questi spazi della memoria, che diventano luogo di rifugio per l’autore, ci appaiono fuori dal tempo. Con forti richiami all’arte tribale, sia per forme che per scelte primarie della materia, il body painting trova nelle tribù dell’Africa la sua più alta rappresentazione. Il processo artistico diventa rituale: le sculture stesse vanno oltre lo scopo primario, creature legate da terra e acqua per mano dell’artista, che prendono vita per il tempo necessario affinché l’ultimo passaggio espressivo si completi. Alla fine, le creature lasciano traccia in una foto per poi tornare ciò che erano, secondo un modus operandi fedele che accompagna ogni scenografia creata per ogni singolo scatto.
Senza alcuna paura del mirino della macchina fotografica e delle proprie ombre, lo sguardo del soggetto non teme la rivelazione intimistica: incontra lo sguardo dell’autore come fosse uno sguardo rivolto a se stesso. Il mezzo diventa specchio, l’autore riflesso.