Omar Galliani – Lorenzo Puglisi – Caravaggio, la verità nel buio – Napoli – 01/04 – 30/04

Omar Galliani – Lorenzo Puglisi.  Caravaggio, la verità nel buio

Napoli

1 – 30 aprile 2017

a cura di Raffaella Resch e Maria Savarese

con un contributo critico di Mark Gisbourne

Pio Monte della Misericordia
Via dei Tribunali, 253, 80139 Napoli

Dopo l’importante riscontro di critica e di pubblico della prima tappa palermitana – tenutasi alla Cappella dell’Incoronazione, spazio off del Museo Riso – apre al Pio Monte della Misericordia di Napoli la seconda parte della mostra “Omar Galliani – Lorenzo Puglisi. Caravaggio, la verità nel buio”, progetto che vede per la prima volta unite due istituzioni autorevoli come il Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo e il Pio Monte della Misericordia di Napoli.

Il progetto espositivo, curato da Raffaella Resch e Maria Savarese con un contributo critico di Mark Gisbourne, si avvale del patrocinio morale del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e Turismo, e del Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.

Con opere tutte inedite, differenti da quelle esposte a Palermo e realizzate appositamente per l’occasione, Galliani e Puglisi si pongono questa volta in dialogo diretto con Caravaggio di cui, presso il Pio Monte, è esposto il capolavoro “Le Sette Opere di Misericordia”.L’esposizione si articola in due nuclei concettuali: l’uno vede due opere di grandi dimensioni, 3×2 metri circa, posizionate nella Cappella ai lati della grande tela del Caravaggio; l’altro, al piano superiore, nelle sale della quadreria dedicate al contemporaneo, presenta i bozzetti preparatori dei lavori esposti in Cappella.

Omar Galliani espone una serie lavori – di medie e grandi dimensioni, su tavola e su carta – dal titolo “Genealogie dell’ombra”. “Quando guardi un’opera di Caravaggio non hai altri punti di vista se non la luce e l’ombra – spiega l’autore –. I punti di riferimento sono i volti, i corpi, gli oggetti”. Galliani ha voluto svuotare Le Sette Opere di Misericordia rendendola orfana delle figure e lasciando la scena a ciò che rimane quando, finita la posa, tutti se ne vanno e anche lo stesso Caravaggio posa i pennelli. “Di lui – aggiunge l’artista – non si conoscono i disegni, distrutti, bruciati o, più semplicemente, per la foga del dipingere, ne trascurava l’utilizzo. Gli ho dedicato quindi un grande disegno a grafite, lasciando al bianco e nero ciò che difficilmente si può dire con il colore”.

Lorenzo Puglisi presenta il corpus di olii su tela dal titolo “La Misericordia” e affida la spiegazione del suo lavoro alle parole di Mark Gisbourne: “Puglisi utilizza la cancellazione dello stato di realtà (molti pensano a Caravaggio come il primo pittore realista) come punto di partenza piuttosto che come risultato. […] I suoi dipinti essenziali si confrontano con i resti e le tracce residuali ed i ricordi di ciò che ho chiamato le “ombre” della pittura, i fantasmi o le possibilità che la pittura offre oggigiorno. […] I suoi dipinti sono ridotti alle nude ossa della pittura o, detto ancor meglio, come la pittura delle nude ossa stesse. Nell’incontrare le “oscurità” di Puglisi tocchiamo tutto quello che c’è stato prima come se ci fosse un’eterna ripetizione, poiché la pittura finisce nel suo inizio, e misteriosamente sembra che le sue origini siano i suoi fini ultimi”.