Oriana Majoli - De Profundis - Eboli

Oriana Majoli – De Profundis – Eboli

Oriana Majoli

Dov’è l’arte? Al MOA il 22 Marzo. ” De Profundis” gli scatti di Oriana Majoli.

Music quote: Luigi Nobile “MVM pt.2 Arabian Knights”

MOA – Museum of Operation Avalanche

Mo’ Art

Il MOA in collaborazione con MO’ART, Sophis e con il patrocinio morale del Comune di Eboli, presenta

De Profundis – mostra personale fotografica di Oriana Majoli.
MOA via S. Antonio n. 5 22 Marzo 2019
Info: 0828 332794 * 3924670491 *3496191972 * 3331221385
www.moamuseum.it info@moamuseum.it
Programma:
ore 20.00
Incontro con l’artista
ore 20.30
Apertura Mostra

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Il titolo della serie fotografica preannuncia visioni cupe e oniriche. In De Profundis va in scena uno dei più classici dualismi: l’identità manifesta e la natura del subcosciente, del non rivelato, raffigurate con sembianza umana la prima e zoomorfa la seconda.

Dal profondo degli abissi dell’inconscio emerge una creatura, dalle sembianze femminili e con la testa di pesce.
Il pesce è simbolo di fertilità, l’immagine della potenza vivificatrice e della rinascita, e l’acqua, che è il suo elemento, è simbolo della vita, ma anche del degrado e della distruzione.

La location non è naturalistica ma un’abitazione arredata, perché è nella quotidianità che si materializzano con l’immaginazione i luoghi del contatto tra i due mondi contrapposti, entrambi espressione di un unico IO.


La tridimensionalità delle scene è ottenuta manualmente, con sovrapposizioni e strappi che rivelano l’azione del personaggio di sfondo, e con una manipolazione successiva alla stampa, mediante l’utilizzo di fili di rame e di ottone, placchette di ferro bullonate, smalti, fermacampioni, cucitura di cotone e un’autentica sutura chirurgica eseguita da un Medico Veterinario.


The title of the series announces dark and dreamlike visions. In De Profundis one of the most classic dualisms is staged: the manifest identity and the nature of the subconscious, of the undisclosed, depicted with human semblance the first, and zoomorphic the second.

From the depths of the abysses of the unconscious, emerges a creature with a feminine aspect and a fish head.
Fish is a symbol of fertility, the image of life-giving power, rebirth, and water, which is its element, is a symbol of life, but also of degradation and destruction.

The location is not naturalistic but a furnished house, because it is in everyday life that the places of contact between the two opposing worlds, materialize with the imagination, both expressions of a single EGO.

The three-dimensionality of the scenes is obtained manually, with overlays and rips that reveal the action of the background character, and with a subsequent manipulation to the press, through the use of copper and brass wires, bolted iron plates, glazes, clips of sampling, cotton seam and an authentic surgical suture performed by a Veterinarian Surgeon.

BIOGRAFIA

Oriana Majoli nasce ad Eboli (SA) nel 1979.

Consegue la Laurea in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari, tappa del pragmatico progetto di vita in corso, rimandando “alla prossima vita” la realizzazione del sogno di frequentare l’Accademia delle Belle Arti.

Nel frattempo, però, non rinuncia a disegnare e dipingere da autodidatta fino agli anni dell’università, con un particolare interesse per la ritrattistica e il nudo, che tutt’ora è costante nella sua ricerca fotografica. Il 2008 è l’anno del primo vero approccio alla fotografia digitale, seguito dallo studio dei grandi Maestri e dei più affascinanti Autori della fotografia mondiale e dalla pratica della tecnica fotografica digitale ed analogica, mediante l’allestimento di un piccolo studio di posa e di una camera oscura in casa, per lo sviluppo e la stampa con attrezzature e materiali appartenuti al padre, risalenti agli anni ’60 e in ottimo stato. L’adrenalina della camera oscura, la porta a sviluppare i primi progetti su pellicole di medio formato bn e a colori e fa innescare una passione tanto travolgente da condizionare in modo quasi ossessivo tutto il resto. Il pensiero, così come il campo visivo, diventa metastaticamente fotografico e si alimenta di una insaziabile curiosità culturale e di ogni genere di ispirazione e contaminazione provenienti dall’Arte (pittura, scultura), dalla Musica (soprattutto Opera, classica, jazz, blues e rock), dal Cinema, dalla Letteratura e dalla Poesia, dalla passione per le Harley Davidson d’annata e le potenti vibrazioni da asfalto e da qualsiasi illuminante scintilla di Bellezza che si accende nella quotidianità. Dopo diversi brevi “racconti” in digitale, si conclude nel 2017, il progetto LVMEN OSCVRA, seguito dall’ultimo lavoro, intitolato “De Profundis”.

Negli ultimi due anni, ha esposto nella mostra collettiva “heART” (giugno 2017), nella personale LVMEN OBSCVRA (dicembre 2017) e nella personale in corso “De Profundis” presso il Museo MOA – Museum of Operation Avalanche.