“RISONANZE” echi visivi nel tempo e nello spazio – Collettiva di Fotografia Contemporanea a cura di Alberto Desirò – Firenze
“RISONANZE” echi visivi nel tempo e nello spazio
Dal 26 aprile al 3 maggio 2025
Collettiva di Fotografia Contemporanea a cura di Alberto Desirò.
www.adgallery.it/mostre/risonanze/
Il prossimo 26 aprile, alle ore 17:00 presso ONART Gallery, Via della Pergola 61r a Firenze, si inaugura “Risonanze”, collettiva di fotografia contemporanea curata da Alberto Desirò in collaborazione con La Toscana Nuova e il Gruppo TFS di Firenze.
La mostra con ingresso libero rimarrà aperta fino al 3 maggio 2025, con orari 15:30-19:30 (chiuso il lunedì). La mostra si immerge nel fenomeno della risonanza visiva: quel processo alchemico attraverso cui un’immagine fotografica, apparentemente statica nella sua materialità, diventa un organismo vibrante che amplifica la sua energia iniziale, creando echi che risuonano nella percezione dello spettatore e si fondono con la sua esperienza personale. La risonanza è forse la metafora più potente per comprendere il modo in cui le immagini agiscono su di noi in un dialogo continuo e mutevole tra chi fotografa, ciò che viene fotografato e chi osserva. Questa dimensione di riverbero continuo è esplorata in modi radicalmente diversi dagli artisti selezionati. Nelle opere esposte, l’incontro tra l’energia dell’immagine e la sensibilità dell’osservatore genera una potenza espressiva che va ben oltre la somma delle parti.
Milvia Stefani con “Eternal gestures” indaga la persistenza atemporale dei gesti umani, rivelando come certe posture e movimenti risuonino attraverso i secoli, dalla pittura di Giotto alla contemporaneità. Simona Pistolozzi, reinterpretando il mito di Persefone, esplora come le antiche narrazioni continuino a vibrare nelle nostre esperienze di trasformazione personale. Letizia Rostagno, con le sovrapposizioni temporali nei suoi “Diorami”, crea letteralmente strati di risonanza visiva, mentre Maddalena Barletta in “Reflection” esplora i rimbalzi dell’immagine tra realtà e rappresentazione. Il fotografo polacco Jaroslaw Jarema presenta “De profundis”, ispirato alle visioni di Hieronymus Bosch, e “Sacrifice” che richiama le influenze cinematografiche di Tarkovskij. Federico Poli con “Surfaces” e Umberto Romagnoli con “Alienum” esplorano rispettivamente le vibrazioni dell’identità e le frequenze dell’alienazione nella società contemporanea. Antonio Schiavano, in “The beauty and the bane”, riflette sulla fragilità della bellezza come onda destinata a infrangersi, mentre Sara Ragone crea letteralmente composizioni caleidoscopiche in “Kaleidos”, dove dettagli quotidiani vengono amplificati e moltiplicati fino a rivelare nuove figure emergenti. Patricia Canino in “Disappeared” esplora il paradosso di come l’assenza possa risuonare più intensamente della presenza, mentre Stefania Sordi con “Obiettivo felicità” cerca di catturare le rare frequenze dell’autentica gioia umana. Roberto Solomita in “Le età della violenza” riflette sulla trasformazione del concetto di pena nella società, Jacopo Bellapianta con “Marismas” ci immerge nei ritmi primordiali della natura selvaggia della Maremma. Francesco Maria Ferrario in “Il filo invisibile” e Lorenzo Ballin in “Intrusione e conoscenza v. I” esplorano rispettivamente le connessioni invisibili tra esseri umani e la metamorfosi dell’identità come processo di risonanza interiore, mentre Lidia Giusto con “Infinita attesa”, Genny Giuffrè con “Connessioni invisibili” e Fabiana “Faby” Bassetti con “I giochi di luce della mia interiorità” indagano diverse dimensioni di questa relazione tra visibile e invisibile, tra il manifesto e il latente, tra ciò che l’immagine rivela e ciò che suggerisce. Completano la mostra le opere di Mauro Pinotti con “I leocorni”, Marco Lorini con “Astrazioni” e Samuel Hromec con “Hope”, ciascuno offrendo una prospettiva unica sul modo in cui le immagini riescono a evocare significati che trascendono il loro contenuto immediato. Particolarmente emblematico è il fatto che due artisti Natalia Maryach e Gianfranco Garavelli presentino progetti entrambi intitolati proprio “Risonanze”, testimoniando la ricchezza semantica di questo concetto. Nel lavoro di Maryach, l’accento è posto sulla capacità dell’immagine di fungere da ponte tra il visibile e l’invisibile, mentre Garavelli esplora il tema attraverso istantanee catturate dai finestrini di un treno, dove il movimento stesso diventa metafora della percezione in continua trasformazione.
Elemento distintivo sarà il format “IN&OUT”, dialogo tra artisti e pubblico che aggiunge una dimensione narrativa alle opere.
Risonanze invita così il visitatore non solo a guardare, ma ad ascoltare attivamente le vibrazioni che ogni immagine genera, a percepire quelle frequenze invisibili che trasformano la fotografia da semplice rappresentazione a potente strumento di connessione emotiva e intellettuale, da superficie bidimensionale a campo di forze in cui passato e presente, reale e immaginario, personale e universale entrano in una danza perpetua di significazione.
Dettagli dell’evento:
- Periodo espositivo: 26 aprile – 3 maggio 2025
- Vernissage: sabato 26 aprile, ore 17:00
- Finissage: sabato 3 maggio, ore 17:00
- Orari di apertura: tutti i giorni 15:30-19:30 (chiuso il lunedì)
- Sede: ONART Gallery, Via della Pergola, 61r – Firenze
- Curatore: Alberto Desirò
- Ingresso: libero
Sabato 3 maggio 2025, ore 17:00
ONART Gallery, Via della Pergola 61r, Firenze
In occasione del finissage della mostra collettiva di fotografia contemporanea “RISONANZE: echi visivi nel tempo e nello spazio”, AD Gallery è lieta di presentare un’esperienza unica che arricchirà ulteriormente il percorso espositivo:
Guidati da Liliana Karima Fantini, istruttrice certificata di Mindfulness Biodinamica©️, i visitatori saranno invitati a partecipare a un viaggio meditativo attraverso le opere esposte, per sperimentare come la presenza consapevole possa trasformare profondamente l’esperienza di fruizione artistica.
Alberto Desirò