Roberta Monticiani – Donne 2025 – Melograno Art Gallery – Livorno

Roberta Monticiani

Donne 2025

Rassegna d’Arte Contemporanea a Livorno

Melograno Art Gallery

6 – 12 marzo 2025

vernissage sabato 8 marzo ore 18

Q.I. 0 – I microcefali

A sinistra, su masonite, appare un ritratto pirografato di Einstein, parzialmente dipinto ad acrilico. A destra, una fotografia del caminetto dell’artista, con sopra gli alari le fotografie di Turetta e Impagnatiello. Il resto dell’opera simula una tappezzeria.

L’opera riflette sulla violenza insita nella specie umana, ponendo un interrogativo sulla sua presunta superiorità rispetto agli animali. Se in natura i conflitti tra simili raramente portano alla morte, l’uomo si distingue per la sua capacità di sopraffazione, soprattutto nei confronti delle donne.

L’artista individua nella “deresponsabilizzazione” una delle cause principali di questa tendenza: una società che incoraggia individui incapaci di accettare i propri errori e di riconoscere i propri limiti, genera relazioni tossiche e pericolose. Secondo l’artista, molte madri contribuiscono inconsapevolmente a questa dinamica, educando figli maschi a sottrarsi alle proprie responsabilità, mentre impongono alle figlie il peso del senso di colpa e della sottomissione.

Decalogo per riconoscere un uomo pericoloso
L’opera invita le donne a prestare attenzione ai segnali di un potenziale “predatore”, elencando dieci caratteristiche comuni: l’incapacità di gestire la propria vita senza l’aiuto di una donna, il bisogno di controllo, la tendenza a negare ogni responsabilità, il vittimismo manipolatorio, il rifiuto della critica e il desiderio di sottomettere la partner a ruoli domestici e assistenziali.

Il messaggio finale è chiaro: se si riconosce anche solo uno di questi segnali, è fondamentale interrompere la relazione prima che sia troppo tardi.

Roberta Monticiani, artista livornese, ha sempre posto grande attenzione alla ricerca, esplorando nuove tecniche e tematiche ogni anno. La sua produzione spazia attraverso storia e matematica, con una sperimentazione che ha incluso materiali insoliti come nastri intrecciati e cartapesta. In questa occasione, torna in galleria con un’opera che riflette sulla stupidità umana, combinando pirografia e fotografia in un dialogo tra scienza e società.

Maria Teresa Majoli, febbraio 2025

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Q.I. 0 – I microcefali

A sinistra, su masonite, pirografia parzialmente con acrilici; a destra, foto del mio caminetto, sugli alari sono Turetta e impagnatiello, il resto simula tappezzeria.

Si parla di crudeltà quando orsi, leoni o altri animali, per assicurarsi la piena disponibilità di una femmina, uccidono i cuccioli di lei, frutto di una fecondazione precedente. Mai si è sentito di un esemplare che abbia ucciso una femmina della sua stessa specie con cui intendeva accoppiarsi. La morte provocata all’interno di una stessa specie di solito è ridottissima e il conflitto in genere è risolto in modo che il perdente accetta la sconfitta e si allontana; non c’è perdita di vita. Non nell’uomo. È incredibile quanto, nella specie umana, invece, si uccida enormemente più che in qualsiasi altra specie vivente. “Homo homini lupus” si dice da tempo, e le guerre ne sono solo un esempio.

Se la natura ha delle leggi imprescindibili istintivamente accettate, perché così tante donne si sono trovate nella condizione di essere preda di esseri di natura inferiore agli animali e hanno perso la vita?

Non ho una risposta compiuta, ma ho una teoria e una proposta.

Teoria

Non credo si tratti di una semplice malattia mentale, perché sembra sia dimostrato che non tutti i delitti efferati siano stati commessi da persone incapaci di intendere e di volere. È più probabile si tratti di una malattia sociale che spinge alla deresponsabilizzazione e che, individualmente, si traduce nel far crescere e incoraggiare individui con scarsissime capacità di intendere e sproporzionata volontà di volere (meno si capisce, più fortemente si vuole). Di conseguenza, si nascondono e si negano le proprie responsabilità, e mai si vogliono subire le conseguenze delle proprie azioni.

Ne deriva un numero incalcolabile di menzogne per sostenere la propria estraneità. Di questo grave delitto, la deresponsabilizzazione, indico come maggiori responsabili le madri e la diseducazione familiare. Questo vale solo per i maschi, perché le figlie femmine vengono di solito aspramente criticate, non risparmiate dai sensi di colpa e spinte ad accettare il primo marito che capita.

La proposta – Decalogo per le donne che rispettano la propria vita e vogliono conservarla

Occorre che le donne imparino a riconoscere subito (appena un uomo si avvicina) se si tratta di un pericolosissimo predatore.

Dieci punti per riconoscere dai sintomi un predatore:

  1. È incapace di ordinare e organizzare quanto serve alla sua stessa sopravvivenza. Non è autosufficiente né cerca di provarci. Deve essere accudito e assistito come un lattante.
  2. Concepisce come offesa di lesa maestà la non immediata obbedienza alla sua volontà.
  3. Ha un delirio di onnipotenza che non esclude, in caso di frustrazione, piagnistei, vittimismo e invenzione di malattie inesistenti.
  4. È incapace di accettare sconfitte e cerca sempre rivincite.
  5. Non tollera critiche e rifiuti.
  6. Non riconosce i propri errori.
  7. Nega ogni responsabilità, anche di fronte all’evidenza, e ricorre sistematicamente alla menzogna.
  8. Vuole dirigere e controllare, soprattutto se ha una compagna. Seleziona le sue amicizie e limita le sue scelte di vita.
  9. Ha bisogno di una donna da schiavizzare (colf, badante, cuoca, infermiera, oggetto sessuale e magari anche finanziatrice del suo ozio).

  10. Spesso è dipendente da gioco d’azzardo, droghe o altri vizi autodistruttivi.

Se c’è anche solo un minimo sospetto su uno di questi punti, NON CERCATE DI CAMBIARLO!

Come è stato educato, così rimarrà. Prima che possa convincersi di avere dei diritti sulla vostra vita, rottamatelo e lasciatelo cuocere nel suo brodo.

ROBERTA MONTICIANI


Melograno Art Gallery

Livorno, via Marradi 62/68

Orario:
10/12.30 e 16/20. Domenica e festivi 10/12.30 e 17/20.
Chiusi la mattina del lunedì.

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