SEDOTTO DA LAUTREC – IN ANTEPRIMA ASSOLUTA ALLA PINACOTECA SERVOLINI 

SEDOTTO DA LAUTREC

IN ANTEPRIMA ASSOLUTA ALLA PINACOTECA COMUNALE CARLO SERVOLINI 

IL SOGNO BELLE EPOQUE DI GIOVANNI MARCH 

NELL’ACQUAFORTE RITROVATA DI PASQUALE DI PIETRO

P. Di Pietro, Giovanni March che dipinge a Parigi – dettaglio

Grazie al ritrovamento di un’acquaforte inedita del napoletano Pasquale Di Pietro, firmata nel 1958 e ispirata al soggiorno francese di Giovanni March, la biografia dell’artista labronico si tinge di Belle Epoque.

Se scarsissime risultano le coordinate storiografiche di Pasquale Di Pietro, scultore, acquafortista e litografo di vocazione autodidatta, catalogato da Luigi Servolini nel Dizionario illustrato del 1955, proprio in tale acquaforte, proposta giovedì 29 luglio, ore 17.00, in anteprima assoluta alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, ricollegabile al disegno inedito pubblicato da Giuseppe Argentieri nel volume “Giovanni March. La grafica” (Florence Art 2017), compare un giovanissimo March, appena approdato sulle rive della Senna, rivive i fasti della Belle Epoque parigina letteralmente stregato dalla messe affichistica e pittorica targata Toulouse-Lautrec.

Ecco che la conferenza di Nicola Micieli, critico d’arte, dal titolo “Giovanni March: La riduzione della forma”, prevista giovedì 29 luglio 2021 alle ore 17.00, come quinta puntata del Calendario Culturale Estate 2021 in Pinacoteca, “Bottega d’Arte, la promozione del gusto tra arte, editoria e critica” (1 LUGLIO-23 SETTEMBRE 2021), varato in occasione della mostra “Umberto Vittorini: come il mago della favola” (24 giugno – 23 settembre 2021, tutti i giovedì, ore 15.30-18.30), sarà un’occasione unica per inquadrare il leader del Novecento labronico attraverso nuove coordinate storiografiche.

In una vera e propria trama di narrazioni a cascata sui destini incrociati, dopo la saga raccontata nelle puntate precedenti, che ha visto protagonisti Gastone Razzaguta e Giuseppe Guidi, si colloca anche l’intervento di Nicola Micieli (critico d’arte), dal titolo “Giovanni March: La riduzione della forma” (giovedì 29 luglio, ore 17.00), puntata estremamente significativa del Calendario colligiano in quando intitolata a un esponente di eccezione del Gruppo Labronico, eppure coinvolto, insieme con Umberto Vittorini, in un diverso episodio associativo di valenza nazionale, quello cioè del sodalizio afferente alla rivista “Gli Arrisicatori”, inaugurata a Livorno nel 1926, ma trasferita successivamente a Roma, stampata agli esordi presso le Officine grafiche Chiappini, con la direzione di Paolo Toschi e la collaborazione, tra gli altri, di Giovanni Papini, Angelo Conti, Cipriano Cipriani, Carlo Carrà, Albano Sorbelli, Luigi Fallacara, Ebe Palazzeschi, Silvio D’Amico, Diego Valeri, Mario Puccini, Francesco Balilla Pratella.

Sondato per la prima volta nell’ambito del Calendario colligiano tale sodalizio conferma la necessità di focalizzare relazioni artistiche e dialoghi culturali ancora in larga parte sommersi per affrontare finalmente una stagione storiografica innovativa, scandita da inedite geografie, quali, in primis, la circuitazione espositiva di tanti artisti labronici tra gallerie cittadini e palcoscenici milanesi.

Sotto i riflettori della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini approda dunque la pluriennale stagione espositiva di Giovanni March in ambito milanese, tra Galleria Vinciana, Galleria Pesaro, e Galleria dell’Esame, quando la sua personale sigla espressiva catalizzerà l’attenzione di promotori quali Carlo Carrà, Pietro Maria Bardi e Enrico Somaré.

Ma la biografia di Giovanni March, intimamente congiunta con le sorti del genio versiliese di Lorenzo Viani, apre in Pinacoteca il fronte di una storicizzazione dei flussi d’arte sulla costa del Tirreno, in nome di quel vagerismo tanto caro tra gli altri a Krimer (Cristoforo Mercati), il cosiddetto “Imperatore della Versilia”, le cui sorti restano indelebilmente legate al progetto celebrativo di Luigi Servolini trasferito nel museo colligiano.