Triennale Estate – Generazioni di artiste a confronto – Cleo Fariselli e Luisa Gardini in dialogo con Elena Tettamanti e Damiano Gullì

Triennale Estate

Le protagoniste dell’arte italiana contemporanea

Generazioni di artiste a confronto

16 giugno 2021, ore 19.00

Cleo Fariselli e Luisa Gardini in dialogo con Elena Tettamanti e Damiano Gullì

Mercoledì 16 giugno 2021, alle ore 19.00, Triennale Milano e Associazione Amici della Triennale presentano il primo degli appuntamenti del ciclo di incontri Le protagoniste dell’arte italiana contemporanea. Generazioni di artiste a confronto. Luisa Gardini e Cleo Fariselli sono le prime artiste a confrontarsi con Elena Tettamanti, Presidente dell’Associazione Amici della Triennale, e Damiano Gullì, Head Curator del Public Program di Triennale.

Riprendendo la fortunata formula di Arte e Lockdown del 2020, quest’anno il ciclo di quattro incontri porta in scena le voci di alcune tra le più importanti protagoniste dell’arte contemporanea italiana in uno scambio e dialogo intergenerazionale.

Nel primo incontro, tra i temi trattati, che accomunano Luisa Gardini e Cleo Fariselli, l’importanza dei materiali quali forma espressiva in particolare la ceramica , l’impiego di mezzi diversi dalla scultura alla pittura alla performance –, e il ruolo della musica in rapporto alla loro pratica artistica di entrambe.

I prossimi appuntamenti con Le protagoniste dell’arte italiana contemporanea. Generazioni di artiste a confronto:

9 settembre 2021, ore 19.00

Tomaso Binga e Matilde Cerruti Quara

15 settembre 2021, ore 19.00

Grazia Varisco e Maria Morganti

29 settembre 2021, ore 19.00

Nicole Gravier e Anna Franceschini

I Partner Istituzionali Eni e Lavazza e l’Institutional Media Partner Clear Channel sostengono Triennale Milano. Il Main partner Intesa Sanpaolo e il Partner Lumina sostengono Triennale Milano per il progetto Triennale Estate.

Luisa Gardini

Luisa Gardini (*1935), vive e lavora a Roma.

Nel 1957 ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma con Toti Scialoja, che l’ha introdotta alla produzione dei maestri di quegli anni. Sebbene la sua produzione artistica sia stata prolifica sin dagli anni ’50, e facendo parte attiva della neoavanguardia di quel periodo, ha sempre preferito condurre la sua ricerca in modo discreto, senza partecipare a mostre, e decide di esporre pubblicamente le sue opere solo a partire dall’inizio degli anni ’80.

Il lavoro di Luisa Gardini impiega una serie di tecniche, specialmente il collage e l’assemblaggio, indagando la relazione tra segni scritti e disegnati. Gardini condivide un punto di partenza con molti artisti italiani del dopoguerra, ed è inoltre influenzata dal neodada e dal post-espressionismo astratto americano.

Negli ultimi dieci anni si è avvicinata alla ceramica collaborando con la bottega Gatti di Faenza, avendo così una nuova esperienza, in particolare con la fotoceramica.

Il suo modo di lavorare è istintivo, veloce, quasi impaziente; avviene per associazioni di idee e materiali, tanto che spesso lavora a più pezzi contemporaneamente. In una sovrapposizione di tecniche, la scultura o la pittura non sono sempre separabili tra loro. 

Come dice l’artista: lavoro ottenendo un risultato materico che non permette di riconoscerne gli elementi. In fondo è lo stesso principio della scrittura: la materia diventa indecifrabile come la scrittura è illeggibile – le immagini diventano così suggestioni, spogliate dei loro significati per tornare ad essere forme.

Cleo Fariselli

Cleo Fariselli nasce a Cesenatico (FC) nel 1982, vive e lavora a Torino. Dopo studi di teatro si laurea all’Accademia di Brera nel 2007, completando la sua formazione con artisti internazionali come Jimmie Durham, Liliana Moro, Rirkrit Tiravanija e The Otolith Group. Dal 2004 inaugura una carriera espositiva che la porta ad affermarsi come una delle autrici più attive della sua generazione. ll lavoro di Fariselli, orientato dalla scelta di lavorare sulla sintesi tra concettualità ed esperienzialità, compone opere dalle forme evocative e mai esaustive dei significati che racchiudono, delineando un corpus eclettico e personale. Al di fuori di una condizione univoca e antropocentrica, lo spettatore è invitato a scoprire temi quali la visione, il liminale, il corpo, l’ambiente, in una poetica connessa tanto alle tematiche del contemporaneo quanto ai topos della storia dell’arte. Sue opere sono state esposte a Palazzo Reale, Milano (2004 e 2010), alla Biennale di Praga (2011), all’EACC di Castellò (2013), al Museo Pecci di Prato (2017), a Palazzo Fortuny, Venezia (2017 e 2018), alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2021).

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Cleo Fariselli (Cesenatico, 1982) vive e lavora a Milano e Torino.

Nata in una famiglia di musicisti, intraprende studi di Teatro per poi laurearsi, nel 2007, all’Accademia di Belle Arti di Brera. Completa la sua istruzione con workshop tenuti da Jimmie Durham (Fondazione Ratti, Como), Rirkrit Tiravanija (Domus Academy, Venezia) Liliana Moro e the Otolith group (Fondazione Spinola Banna, Torino).

Artista che combina la concettualità a una dimensione esperienziale, da anni lavora anche con la ceramica, un progressivo avvicinamento che ha coinciso con l’approfondimento del suo linguaggio scultoreo. Nella sua pratica non cerca mai di “trattare” un dato tema, ma piuttosto di esplorarne le applicazioni pratiche, mettendolo in atto. Nelle ceramiche (in particolare alla serie Raku Untitled) il mondo della flora, della fauna, dei minerali e dei fenomeni della Terra ha riverberato in tutto il processo di ispirazione, progettazione e realizzazione dei pezzi esattamente quanto il rapporto con il corpo.

Di grande importanza per lei è il corpo, lo tratta come uno strumento di misura e in generale come la condizione fisica di partenza per relazionarsi al mondo. Che si parta dal proprio o che si considerino quelli degli spettatori nell’atto della fruizione, il rapporto con il corpo è qualcosa da cui il pensiero artistico non può prescindere, soprattutto se si prende in considerazione la sua pratica che pone al centro la valorizzazione dell’esperienza.

Cleo Fariselli crea anche delle “mostre-performance”, durante le quali le opere vengono mostrate agli spettatori tramite un display performativo, creando un’esperienza immersiva che unisce più mondi espressivi. I corpi costituiscono l’habitat all’interno del quale si svolge l’esperienza, diventandone al contempo contesto, soggetto e veicolo. Questa promiscuità, o labilità, tra corpo e ambiente, e l’uso del corpo sia come soggetto che come strumento per raggiungere altro (una visione, uno stato, una nuova prospettiva) è centrale nel suo approccio ed è stata uno dei capisaldi anche della sua produzione scultorea.

Mostre

È artista in residenza alla Dena Foundazion a Parigi (2009) e a BAR project a Barcellona (2013).

È finalista dei premi Museion Prize 1, Museion, Bolzano; Women to Watch, NMWA, Washington; 5×5 Castellò Award, EACC, Castellò; Ariane De Rothschild Prize, Palazzo Reale, Milano. Le recenti mostre personali includono Calipso, Clima gallery, Milano; Serpenti nelle grondaie, GAFF, Milano; U., Fonderia Artistica Battaglia, Milano; Samus Viridis X-9, Espacio Sant Pere, Barcellona.

Tra le recenti mostre collettive troviamo: Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia, TU35 Expanded, Museo Pecci, Prato; Forever never comes, Museo Archeologico e d’Arte della Maremma, Grosseto; Estate, Marianne Boesky Gallery, New York; the Prague Biennale 5, Praga.

Luisa Gardini (Ravenna, 1935), vive e lavora a Roma, dove è stata allieva di Toti Scialoja ed è entrata in contatto con la produzione di Twombly, Burri e Pollock, artisti fondamentali per la sua ricerca. Formatasi a Ravenna, poi all’Accademia di Belle Arti di Roma, fu allieva dell’artista e poeta Toti Scialoja, che la introdusse alla produzione dei maestri di quegli anni, in particolare subì il fascino di Twombly, Burri e Pollock.

Sebbene la sua produzione artistica sia stata molto prolifica sin dagli anni ’50, Luisa Gardini ha sempre voluto tenersi al riparo dei riflettori delle scene artistiche e dalle logiche di mercato. Fu nel 1982 che Scialoja la obbligò a fare la sua prima mostra alla Galleria Grafica dei Greci.

Pittrice da sempre attiva e riservata, negli ultimi dieci anni, a partire dal 2018, si è avvicinata alla ceramica in seguito alla collaborazione con la Bottega Gatti che le ha aperto una nuova esperienza con la foto-ceramica proposta da Davide Servadei. Si tratta di esperimenti con immagini di dimensioni abbastanza grandi messe a confronto, abbinate e cotte con la ceramica. Uno scontro di materie che produce delle inevitabili abrasioni all’immagine stessa; una difficoltà che crea delle opportunità espressive, a volte arrivando a sostituirsi all’ingobbio. Luisa Gardini ha dichiarato che la velocità è alla base di tutto ciò e che le lascia nel tempo sensazioni ed esperienze tangibili per il suo percorso lavorativo. A volte, per finire l’opera, aggiunge materiali estranei come pezzetti di carta/cartone colorati o brandelli di foto.

Mostre

2019

Luisa Gardini – Grèspittura 2009-2017

Napoli, Intragallery

Luisa Gardini: Aspecifici – Lavori anni ’60 e ’70

Milano, Federica Schiavo Gallery

2018

Trimini Rising

Londra, Belmacz

2017

Trialogo/Rossini & Beiderbecke

Roma, Libreria/Galleria La Diagonale