Umanizzazione della cura: il caso di Lisa e Roberta al centro dell’incontro a Bracciano
Umanizzazione della cura.
L’impegno sociale e solidale in ambito sanitario delle associazioni L.I.S.A. Fa.Rò e Arvas
A partire dalla presentazione del libro “Le tre vite di Lisa.
Sabato 28 giugno.
Aula consiliare, Bracciano.
Ore 17.
Con i contributi dell’esperienza personale del consigliere Tondinelli e la riflessione della scrittrice Ippolita Di Lecce
Reduce dalla premiazione al XVII Concorso Letterario Internazionale “Cosenza- Città Federiciana” di domenica 15 giugno scorso per la sezione romanzi editi, “Le tre vite di Lisa” (Armando Editore), di Margherita Eichberg e Maurizio Federico, approda a Bracciano per una presentazione in Aula Consiliare, sabato 28 giugno prossimo, alle ore 17 circa. Alla presenza delle istituzioni: del sindaco, Marco Crocicchi, della vicesindaca, Bianca Maria Alberi, della presidente del Consiglio comunale, Giulia Sala.
Il dolore, la rabbia, la frustrazione dei genitori di questa giovane, Elisabetta Federico, per tutti Lisa, ragazza ucraina (malata ematologica ma non oncologica) morta a soli 17 anni per un trapianto di midollo osseo avventato, incontrano quello dei familiari di un’altra ragazza scomparsa prematuramente: Roberta Faiola, malata di cancro e deceduta a soli 22 anni.
Se i genitori di Lisa hanno fondato l’associazione omonima L.I.S.A. (lottiamo Insieme per la Sanità degli Adolescenti), tramite cui hanno fatto riaprire il reparto di oncoematologia pediatrica del Policlinico Umberto I, i parenti di Roberta Faiola hanno fondato, il 18 novembre del 2010, l’associazione Fa.Rò (Fa-iola Ro-berta) Onlus, che organizza raccolte-fondi a favore della ricerca nell’Oncologia Pediatrica e della LILT (Lega Italiana Lotta Tumori) e per il sostegno delle famiglie dei bambini malati.
I motti che descrivono le mission delle due associazioni le accomunano. Da una parte il grido di “Mai più come per Lisa”, affinché non accadano mai più casi di malasanità come quello che ha costituito la causa che ha portato via Lisa. Dall’altro il ritornello della canzone della Fa.Rò: “FA.RO’. questo e di più, sul mio cuore lo giuro perché dentro il tuo nome è nascosto il futuro”. Le vite di Lisa e Roberta continuano nelle associazioni a loro dedicate, e l’attivismo sociale e sanitario citato nella chiusa del libro è richiamato dal verso del brano “Farò sogni impossibili fino a prendere il volo aiutando chi si è perso a non sentirsi più solo”. Aiuto, solidarietà, per cercare di annientare o sedare il dolore, la rabbia, la sofferenza per una perdita che ha lasciato un vuoto incolmabile. Come si canta nel testo “Una maschera al dolore hanno messo adesso i tuoi. Per sopprimere l’angoscia, questo è quello che tu vuoi”.
Il dolore e l’angoscia che mamma Margherita e papà Maurizio hanno messo nel libro è in questi versi.
Ma ora occorre proseguire nell’impegno per una sanità pubblica libera a favore dei diritti dei giovani pazienti.
E in questo l’intervento, che nasce dall’esperienza tangibile dell’attività della Arvas, portato dalla dott.ssa Claudia Marini (rappresentante locale dell’Associazione per l’ospedale Padre Pio), racchiude bene il senso dell’evento già nel titolo “Arvas: umanizzazione della cura”: la volontà di fare rete e collaborare, uniti da un solo fine. Tutto rafforzato dalla generosa testimonianza reale e concreta del consigliere Armando Tondinelli, paziente trapiantato.
Si parlerà dunque di sanità approfonditamente.
E in tale contesto si inserisce la riflessione della scrittrice Ippolita Di Lecce.