Bianco-Valente – CONNECTING CODE – opera diffusa – Ercolano

CONNECTING CODE

un progetto di Bianco-Valente

vincitore del Creative Living Lab V

Inaugurazione opera diffusa: Venerdì 21 giugno 2024

Varie sedi

Ercolano (NA)

onnecting Code è un progetto che unisce arte, comunità e rigenerazione urbana nella città di Ercolano, vincitore dell’avviso pubblico della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Il progetto di Variabile K è realizzato in collaborazione con CAP – Cities Art Projects, con il sostegno finanziario dell’Istituto Packard per i Beni Culturali e il coinvolgimento del Parco Archeologico di Ercolano, della Fondazione Cives Museo MAV, de La Locanda di Emmaus ODV, di Seme di Pace, con il patrocinio del Comune di Ercolano.

Gli artisti Bianco-Valente, selezionati dalla curatrice Benedetta Carpi De Resmini, hanno realizzato un’opera pubblica e diffusa sul territorio di Ercolano, dal titolo Seconda mano.

L’obiettivo principale di Connecting Code è stato quello di creare interventi artistici site-specific attraverso la partecipazione attiva di tutta la comunità cittadina con un approccio inclusivo in ogni fase del processo creativo.

La curatrice Carpi De Resmini: “ Abbiamo fin da subito condiviso la scelta di lavorare sulle connessioni. L’immagine che è emersa immediatamente ai miei occhi è stata proprio l’opera La mia generazione: espressione del legame che gli artisti hanno percepito, delle persone con il territorio. Ercolano ha delle radici profonde che emergono in superficie, un po’ come un rizoma definito come un fusto perenne, prostrato e per lo più sotterraneo.”

Gli artisti hanno creato queste connessioni tramite la sollecitazione dei singoli partecipanti arrivando alla costruzione di 3 opereognuna con una sua specificità.

 

Bianco-Valente: “Dopo il primo sopralluogo fatto esattamente un anno fa, abbiamo iniziato a lavorare ad Ercolano a settembre del 2023 e immaginavamo di dover attivare delle interazioni con persone più dure, un po’ perse dietro alle strette contingenze del quotidiano. Ci ha invece molto sorpreso scoprire che lì esiste un ampio margine di dolcezza nelle persone, soprattutto nelle giovani generazioni, ma non esclusivamente in queste. Commercianti attivi, artisti visivi, giovani imprenditori pronti ad operare come produttori musicali, artigiani che sorridono e hanno la luce negli occhi mentre ti parlano della missione che si sono dati: produrre bellezza.

Dopo qualche puntata a Ercolano è sembrato che i duri, quelli con lo sguardo corto che corrono dietro al quotidiano, fossimo noi! Abbiamo così deciso di seguire i flussi energetici che emanano le persone, ascoltato le storie, provato a leggere gli sguardi, i gesti, le posture del corpo, abbiamo guardato sia il dito che la Luna.”

Le tre opere realizzate sono legate tra di loro da un unico filo conduttore: i QR code.

Ogni codice attivabile con il proprio device, rimanda alle voci degli abitanti ercolanesi che hanno partecipato ai numerosi laboratori nella città.

La prima di queste opere, posizionata nell’area della seconda traversa mercato anche chiamata ‘A Ruana (MAV), è un mosaico che ricorda le pareti e i pavimenti antichi del Parco Archeologico e il tondo della facciata della Basilica di Pugliano. Ciò che rende questa opera unica è il suo materiale: ceramiche d’uso quotidiano come piatti, bicchieri e tazzine fornite direttamente dagli abitanti di Ercolano. I colori squillanti del mosaico inoltre si ispirano agli abiti di seconda mano del famoso mercato dell’usato di Resina.

Gli stessi colori verranno ripresi nella seconda opera, un grande QR code situato nel cuore del mercato vintage di Resina. Questo codice rimanderà ad una fotografia iconica realizzata all’interno del Warehouse Vintage Store che ritrae il movimento di selezione e controllo degli abiti e che trae ispirazione dalla tradizione locale tipica del mestiere di vendita, tramandato oramai da generazioni.

Infine, all’interno della appena inaugurata piazza Carlo di Borbone in Via Mare, si trova l’installazione ispirata ad una delle immagini votive della Madonna dell’Arco, circondata da nodi che Bianco-Valente hanno colto come metafora di connessione. Nelle formelle della Piazza, gli artisti ritraggono l’outline dell’azione delle mani delle persone nell’atto di realizzare dei nodi. I vari partecipanti ai laboratori, divisi in coppie, venivano infatti invitati a realizzare un nodo insieme, utilizzando la “seconda” mano.

Le tre opere quindi, legate tra di loro dal comune denominatore delle “interconnessioni” attivate durante lo sviluppo del progetto, rappresentano le identità e le aspirazioni della città mostrando le molteplici sfaccettature di Ercolano: non solo culla dell’archeologia, ma città contemporanea, dalle credenze religiose e tradizioni popolari.

L’evento finale di Connecting Code si terrà venerdì 21 giugno, in concomitanza con la festa per l’apertura di Piazza Carlo di Borbone, un nuovo spazio pubblico che affaccia sul parco archeologico e il golfo di Napoli, riconnettendo città antica e città moderna. Un progetto di rigenerazione urbana cominciato nel 2014 e realizzato grazie al partenariato tra Comune di Ercolano, Ministero della Cultura – Parco Archeologico di Ercolano ed il Packard Humanities Institute – Istituto Packard Beni Culturali. Arte, musica e teatro animeranno le strade del centro storico di Ercolano. All’interno di questo contesto si svolgerà la passeggiata che attraverserà i tre luoghi interessati dal progetto, offrendo al pubblico l’opportunità di scoprire le installazioni permanenti di Bianco – Valente e di partecipare a momenti di riflessione e dialogo sulla cultura e l’identità urbana.

A completare il progetto è in corso di realizzazione un libro d’artista, che verrà distribuito nell’occasione.

Connecting Code rappresenta un esempio straordinario di come l’arte possa essere utilizzata come strumento di rigenerazione urbana e di empowerment comunitario. Con il suo impegno per la creazione di nuovi codici di connessione, il progetto lascia un’impronta duratura sulla città di Ercolano, trasformandola in un luogo in cui l’arte e la cultura sono al centro della vita quotidiana.

PROGRAMMA della giornata del 21 giugno 2024:

_Ore 18:00 INIZIO PASSEGGIATA

Luogo di partenza: MAV Museo Archeologico Virtuale

Via IV Novembre 44, Ercolano

 

_Ore 19:00

Mercato vintage di Resina

Via Panto, Ercolano

 

_Ore 19:30 INAUGURAZIONE

Piazza Carlo di Borbone, Ercolano

 

L’evento è gratuito con prenotazione obbligatoria con una mail a info.variabilek@gmail.com

 

Bio Bianco-Valente

Giovanna Bianco (Latronico, 1962) e Pino Valente (Napoli, 1967) sono due artisti visivi che vivono e lavorano a Napoli, dove si sono incontrati alla fine del 1993. Questo incontro segna l’inizio di un percorso artistico caratterizzato da una profonda ricerca sulla dualità corpo-mente, l’evoluzione dei modelli di interazione tra le forme di vita, la percezione e la trasmissione delle esperienze attraverso il racconto e la scrittura. Dopo aver intrapreso studi approfonditi dal punto di vista scientifico e filosofico, Bianco-Valente danno vita a un progetto artistico che mira a rendere visibili i nessi interpersonali, esplorando la relazione tra persone, eventi e luoghi. Le loro installazioni, spesso collocate in edifici storici, rappresentano un esempio tangibile di questo approccio, che si traduce in opere d’arte in grado di stimolare la riflessione e il dialogo con l’ambiente circostante. Dal 2008, insieme a Pasquale Campanella, Bianco e Valente curano il progetto di arte pubblica A Cielo Aperto a Latronico, in Basilicata. Questo progetto si propone di creare un museo diffuso all’aperto, dove diverse opere permanenti dialogano con l’ambiente montano, e di intervenire nello spazio urbano con progettualità condivise e partecipate. Attraverso la collaborazione con la comunità locale e l’uso di materiali e tecniche che rispettano il contesto ambientale, i due artisti trasformano l’arte in strumento di rigenerazione e valorizzazione del territorio. L’approccio di Bianco-Valente all’arte pubblica si distingue per la sua capacità di coinvolgere attivamente la comunità e di trasformare gli spazi urbani in luoghi di incontro e condivisione. Attraverso la loro pratica artistica, i due artisti dimostrano che l’arte può essere un potente strumento di trasformazione sociale e di promozione della partecipazione collettiva, contribuendo a costruire un mondo più inclusivo e sostenibile