CONNECTIONS: UN DIALOGO IN UN’UNIVERSALITÀ DI CONNESSIONI – INDEPENDENT ARTISTS – Milano

CONNECTIONS: UN DIALOGO IN UN’UNIVERSALITÀ DI CONNESSIONI

PERIODO: Dal 23 novembre al 1 dicembre SEDE ESPOSITIVA: Via Maroncelli 7, Milano

INAUGURAZIONE: Giovedì 23 novembre, ore 18:00 APERTURE: mer-sab, 15:00 – 19:00

Connections” vuole essere una collettiva che esplora le diverse visioni degli artisti e le loro interpretazioni, vuole cercare e far percepire una connessione creata dalla confluenza dei molteplici stili. Si crea così una sorta di racconto, tra affinità ed incroci che riesce a dar vita ad un dialogo in un’universalità di connessioni. Ognuno con una propria identità ed una propria espressione, linguaggi differenti e singolari che si intrecciano fra di loro.
Le connessioni che a loro volta indagano i singoli artisti coinvolgono l’essere umano, le sue esperienze e le sue emozioni.

Sette gli artisti esposti.

Federica Aiello Pini, nata a Parma e cresciuta a Mantova, ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e illustrazione a Firenze. La natura è per lei fonte d’ispirazione e stimolo per indagare la realtà e le connessioni nascoste dietro l’apparenza, immaginando di esplorare e connettere dimensioni spazio-temporali, muovendosi dal microcosmo al macrocosmo senza soluzione di continuità: lo fa attraverso l’uso di tecniche miste capaci di evocare percezioni e sensazioni differenti, e collage fatto di pezzi di sue opere precedenti, strappati e riassemblati, in una comunione e fusione di tempi diversi.

Fusione di tempi diversi e soprattutto l’idea di essere al di fuori del tempo, in un momento non preciso, è quello che evocano anche le opere di Piero Bagolini. Nato a Ferrara, Piero ha dedicato la sua vita alla creazione visiva. Direttore creativo di agenzie pubblicitarie, è docente e relatore presso il Creative Campus e l’Accademia di Belle Arti NABA di Milano. Ciò che lo appassiona nell’esecuzione pittorica è la cancellatura, la pratica del togliere disegno e colore per raggiungere un’essenzialità evocativa del soggetto, pur sempre riconoscibile. Alcuni pensano che da ciò scaturisca un certo astrattismo. Il suo piacere sta nel fare pittura modificante sempre però nel rispetto della realtà originale.

Questa essenzialità è riproposta nelle opere di Filiberto Crosa, nato a Torino nel 1964, pittore ed interior designer. L’artista utilizza materiali “poveri”, carichi di una viscerale evidenza che ottengono un effetto provocatorio immediato. L’uso delle plastiche e le composizioni rigorosamente essenziali, basate sul rapporto dialettico fra pieno-vuoto, ci richiamano alla mente alcuni aspetti emblematici del nostro tempo. Elimina ogni descrizione superflua per approdare a composizioni composte da elementi geometrici che si accavallano, si sovrappongono in un gioco ritmico in cui si coglie un movimento vorticoso.

Elementi minimi ed essenziali tornano anche nei lavori di Carlo Olper (Milano, 1961). Sono elementi spesso aniconici, a cui egli attribuisce un valore simbolico, che divengono occasione di riflessione interiore, di un momento di ripiegamento verso sé stessi, quasi compiendo una progressiva liberazione dalla figurazione geometrica, che si traduce in un libero fluire di pensieri, di energia e di poetico affilato verso l’alto.

Maria Cristina Vimercati (Milano, 1959) pone grande attenzione al dettaglio e all’insieme della tela, costruita tra il gesto pittorico e il disegno a matita. Trama e composizioni esatte, sempre in movimento: più prospettive, assenze improvvise. Qualcosa è appena successo o sta per succedere. Paesaggi e intensa emotività che sempre rivelano, non spiegano, bellezza e racconto.

Si torna sulla tematica del contrasto pieno/vuoto con Tommaso Maurizio Vitale (Bari, 1964). Il Vuoto è la più grande paura che affligge l’artista, alla costante ricerca di idee che si rincorrono con l’obiettivo di rivoluzionare un sistema ormai saturo di progetti e concetti che hanno esaurito il potere di stupire. Tommaso avverte l’esigenza di riempire quel vuoto con continui accumuli di svariati oggetti del quotidiano, tanti piccoli oggetti colorati e disordinati. L’accumulo diviene, dunque, esigenza stilistica: comunicare con lo spettatore attraverso l’oggetto comune diventa dunque il suo fine ultimo.

Il fluire di movimento ed energia emerge soprattutto attraverso l’uso del colore all’interno dei quadri di Alice Voglino (1995, Ungheria), artista italiana che ha base a Verona, dove ha conseguito il Diploma Accademico di I livello alla Scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti. Con i suoi lavori – che definisce paesaggi emotivi – cerca di presentare la poliedrica complessità della realtà spesso ridotta dalla visione comune a singoli e isolati aspetti del tutto, scollegati, lontani dal significato dell’esistenza.

L’esposizione apre al pubblico Giovedì 23 novembre e sarà visitabile fino al prossimo 1 dicembre. Gli orari di apertura sono i seguenti: dal mercoledì al sabato, dalle ore 15:00 alle ore 19:00. L’ingresso alla mostra è libero e gratuito. Indirizzo esposizione: via Maroncelli 7, Milano.

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