Dans le noir. Charles Doudelet e il simbolismo a Livorno – Pinacoteca Servolini – Collesalvetti

Il Comune di Collesalvetti, Fondazione Livorno e Fondazione Livorno – Arte e Cultura

invitano all’inaugurazione della mostra

Dans le noir. Charles Doudelet e il simbolismo a Livorno
 
ideata e curata da Francesca Cagianelli in occasione del 160° della nascita di Charles Doudelet
giovedì 30 settembre 2021, ore 17.30
 
Pinacoteca Comunale Carlo Servolini 
(fino al 20 gennaio 2022, tutti i giovedì ore 15.30-18.30 e su prenotazione) 

info

0586 / 980251-252

pinacoteca@comune.collesalvetti.li.it

www.comune.collesalvetti.li.it

Si inaugura giovedì 30 settembre 2021 alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini (fino al 20 gennaio 2022, tutti i giovedì ore 15.30-18.30 e su prenotazione) la pionieristica mostra Dans le noir. Charles Doudelet e il simbolismo a Livorno, promossa da Comune di Collesalvetti, Fondazione Livorno, Fondazione Livorno – Arte e Cultura, con il Patrocinio del Ministero della Cultura, dell’Ambasciata del Belgio a Roma e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno, in collaborazione con la Società Teosofica Italiana, ideata e curata da Francesca Cagianelli in occasione del 160° della nascita di Charles Doudelet.
La mostra è presieduta da un Comitato Scientifico costituito da Francesca Cagianelli, Conservatrice della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini; Maurice Culot, architetto, urbanista e editore belga, Presidente del Gruppo Internazionale di Architettura Arcas; Dario Matteoni, storico dell’arte, Direttore dell’Accademia di Belle Arti, “Alma Artis, Pisa; Andrea Muzzi, storico dell’arte, già Direttore Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Siena Arezzo e Grosseto, William Pesson, architetto e storico francese dell’architettura, socio del Gruppo Internazionale di Architettura Arcas; Silvia Vallini, Funzionario del Ministero degli Esteri.
La soddisfazione degli Enti Promotori riguarda innanzitutto l’impostazione innovativa della mostra, che a tutti gli effetti si profila come una ‘prima volta’: uno dei più prestigiosi protagonisti del simbolismo belga, Charles Doudelet, rappresentato con 20 capolavori inediti, viene riproposto oggi, a distanza di due anni dalla prima mostra colligiana a lui dedicata, a confronto con una eletta compagine di giovani Livornesi destinati a entrare d’ora in avanti nell’ambitissima lista del Simbolismo labronico.
Realizzata grazie alla partecipazione di Gio Batta Bertonati, fratello di Emilio Bertonati, gallerista, critico d’arte, pittore e incisore (Levanto, 20 febbraio 1934 – Milano, 4 maggio 1981), di cui si celebra quest’anno il 40° dalla scomparsa, approda in Pinacoteca un nucleo di disegni talmente preziosi da consentire di ritessere un ulteriore ragionamento storiografico in merito alla straordinaria personalità dell’artista belga, così eccezionalmente strategico rispetto alla fioritura di una stagione internazionale nella Livorno primonovecentesca.
Se la mostra colligiana inaugura un nuovo capitolo della storia dell’arte del nostro territorio, destinato a catalizzare l’attenzione di un pubblico nazionale e internazionale su alcune vicende artistiche del primo Novecento livornese ancora in larga parte oscure, tra le acquisizioni indiscutibili di questo importante evento espositivo bisogna annoverare anche il rilancio dell’identità simbolista di alcuni artisti finora ascritti nell’alveo di un orientamento genericamente postmacchiaiolo, quali in particolare Gino Romiti, di cui si festeggia quest’anno il 140° dalla nascita, e candidato, proprio in quest’occasione, ad assurgere a decano del Simbolismo livornese.
Si celebra quindi con l’attuale mostra, così come nell’ambito dell’ampio e documentato catalogo (Pacini editore), un’opportunità significativa per il decorso della storia dell’arte del Novecento in Toscana, rispetto alla possibilità di tracciare nuovi percorsi di un più aggiornato e complesso panorama artistico, all’interno del quale alcuni protagonisti del sodalizio afferente allo storico Caffè Bardi traggono dal dialogo e dalla familiarità intrapresi con Doudelet, le ragioni profonde di un rinnovamento stilistico in linea con il simbolismo internazionale.