Federica Fontolan – “Parole tra lo Spazio e il Silenzio” – ’Oratorio della Beata Vergine Maria del Rosario – Limena (Pd)

«Le parole hanno il potere di distruggere o creare. Quando le parole sono gentili e sincere possono cambiare il mondo». Con questa, attuale, riflessione di Buddha l’artista Federica Fontolan apre la sua prossima personale “Parole tra lo Spazio e il Silenzio”: un viaggio ai confini della comunicazione umana, esplorando il potere delle parole come veicolo di significato e trasformazione.
La mostra, promossa dal Comune di Limena Assessorato ai Servizi Sociali, Cultura e Pari Opportunità con il Patrocinio della Provincia di Padova, inaugurerà sabato 2 marzo alle ore 18.00 nell’Oratorio della Beata Vergine Maria del Rosario con una presentazione a cura della musicologa Angela Forin e la partecipazione delle atlete della “New Esedra Skating”.

L’installazione d’arte contemporanea presenta venti opere di varie dimensioni dipinte in acrilico su tela con elementi in rilievo che rimandano ai tratti pieni e vuoti, corti e lunghi del Codice Morse. Le “lettere” che compongono parole e frasi vengono trasformate, scisse e scandite rendendole palpabili, materiche, enfatizzando la trama e l’ordito della tela stessa. In questo modo l’occhio percepisce rilievi che, nei contrasti di luci e ombre, creano riflessi aurei di colori fluorescenti che espandono il messaggio. «In una fusione di intelletto e manualità il codice Morse, utilizzato come linguaggio di trasmissione delle parole, assume un ruolo centrale nell’esposizione fungendo da ponte tra il visibile e l’invisibile, il tangibile e l’astratto. – spiega Angela Forin – Le opere, come note di un pentagramma visivo, creano una connessione sinergica tra la dimensione spaziale e il ritmo sonoro assumendo una qualità tangibile, materica».

Le parole traslano attraverso la tela nell’ambiente circostante per mutarsi in emozioni o sensazioni nel luogo più intimo di chi le osserva; ponti verso mondi interiori e universi emotivi: Logos, Fede, Pace, S.O.S. (Save Our Souls), Consapevolezza, Gratitudine, Eternità… L’installazione è ospitata nell’Oratorio della Beata Vergine Maria del Rosario, un luogo Sacro dove il Tempo e lo Spazio hanno accolto in Silenzio preghiere, speranze, gratitudini, di generazioni di persone in cerca di risposte e Consapevolezza.


«Credo nelle Parole – spiega Federica Fontolan hanno un grande potere, possono distruggere o creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo in meglio. Credo nel Silenzio, simbolo della perfetta armonia. Il tacere e il silenzio rappresentano l’equilibrio di corpo, mente, anima».

BIOGRAFIA

Federica Fontolan vive e lavora a Padova. Nasce come grafico pubblicitario e responsabile della comunicazione di importanti realtà venete. Successivamente incontra il Maestro Alberto Biasi, tra i più importanti esponenti dell’arte programmata e cinetica internazionale, divenendone assistente artistica dal 2004 al 2018. Questo percorso le permette di entrare in contatto con fermenti culturali e gli orizzonti concettuali delle avanguardie artistiche e di prenderne parte attivamente. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private nazionali e internazionali. Dal 2020 fa parte del gruppo C.O.N.V.I.D. acronimo di Conoscere Opere Necessita Visione Informazione Dibattito, ideato da Roberto Sgarbossa.

INFORMAZIONI:

Parole tra lo Spazio e il Silenzio

installazione d’arte contemporanea di Federica Fontolan

Oratorio della Beata Vergine Maria del Rosario

Via Roma, 44 – Limena (PD)

Ingresso gratuito

Aperto sabato e domenica dalle ore 15 alle ore 19
nei giorni 3 – 9 – 10 – 16 – 17 marzo 2024
Oppure su appuntamento: 345 8084029

PAROLE TRA LO SPAZIO E IL SILENZIO

C’è sempre un inizio, una scintilla di luce che illumina l’oscurità e fa nascere un pensiero, una visione o un universo intero. «La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita, ma, come la legna da ardere, ha bisogno solo di una scintilla che la accenda» affermava Plutarco. L’inizio del viaggio interiore in cui ci conduce Federica Fontolan comincia varcando la soglia di una piccola chiesa sconsacrata, un tempo ponte fra Terra e Cielo. Un rifugio contemplativo che lascia alle nostre spalle il caos del Mondo e ci immerge in un non-luogo. Vuoto. Silenzioso. Alieno. Un vuoto disturbante per noi uomini digitali iper-connessi, inquinati da sovraesposizioni acustiche e visive. Il silenzio alienante crea una vertigine che costringe alla riflessione.

Fontolan ci conduce nei meandri della comunicazione umana, esplorando il potere delle parole come veicolo di significato e trasformazione. Dallo spazio vuoto e silenzioso della tela ecco l’affiorare del significante. Fontolan dà vita alla tela nello spazio tridimensionale, generando giochi di luce e ombra che si riflettono in messaggi fluorescenti da decodificare. Enigmatiche presenze in dialogo silenzioso tra artista e osservatore. In una fusione di intelletto e manualità, il codice Morse, utilizzato come linguaggio di trasmissione delle parole, assume un ruolo centrale nell’esposizione fungendo da ponte tra il visibile e l’invisibile, il tangibile e l’astratto. Le opere, come note di un pentagramma visivo, creano una connessione sinergica tra la dimensione spaziale e il ritmo sonoro assumendo una qualità tangibile, materica. «Credo nelle Parole – spiega Fontolan – hanno un grande potere, possono distruggere o creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo in meglio. Credo nel Silenzio, simbolo della perfetta armonia. Il tacere e il silenzio rappresentano l’equilibrio di corpo, mente, anima».

Il silenzio non è solo vuoto e assenza, è anche presenza e pienezza. È lo spazio fertile in cui nascono le parole, i pensieri, le emozioni. È il respiro dell’anima, il battito del cuore, il palpito dell’universo. «Il silenzio non è solo l’assenza del rumore. È un’esperienza di coscienza, una mutazione» affermava John Cage. Se i musicisti compongono note e silenzi, i poeti scrivono parole e silenzi. In entrambi i casi, il silenzio è un ingrediente essenziale, è protagonista muto e profondamente umano. In questo senso, ogni opera di Fontolan diventa un’invocazione al silenzio, un’opportunità di riflessione e contemplazione in un mondo dominato dal rumore e dalla frenesia. Tela dopo tela Fontolan ci accompagna in un percorso interiore, decifrando ed esplorando i significati nascosti dietro i simboli lasciandosi guidare da emozioni e intuizioni: è l’osservatore a decidere quanto in profondità arrivare. Le sequenze di punto e linea dell’alfabeto Morse traspaiono nella tela irradiando un’aura fluorescente che sembra espandersi all’infinito e trasforma le parole in messaggeri di luce e di significato, ponti verso mondi interiori e universi emotivi: Logos, Fede, Pace, S.O.S. (Save Our Souls), Consapevolezza, Gratitudine, Eternità… Un antico motto era stato inciso sulla pietra del tempio dell’Oracolo di Delfi e per intero recitava: «Uomo conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli dei».

Attraverso il linguaggio universale dell’arte Fontolan ci invita a esplorare i confini della comunicazione umana e a riconnetterci con la nostra natura più autentica. In un’epoca in cui la tecnologia e la comunicazione digitale sembrano aver ridotto il significato delle parole a mere convenzioni sociali, Fontolan ci ricorda l’importanza di ascoltare il silenzio, di dare voce alle nostre emozioni più profonde e di ritrovare il vero significato della comunicazione umana. Parole da riconoscere, interiorizzare e trasformare utilizzando un codice universale fatto di contrasti: punto e linea, luce ed ombra, suono e silenzio. Niente esiste senza il suo contrario: è un gioco di delicati equilibri, come quel piccolo attimo di silenzio che separa una parola dall’altra, una frase dall’altra; come quella piccola pausa tra le note. Senza il silenzio non ci sarebbe né parola né suono né musica. Se nel mondo fisico il suono è un’increspatura, un’onda in un silenzio piatto e vuoto, siamo noi a fare la differenza: è la nostra percezione a trasformare lo spazio tra suono e silenzio.

Angela Forin