Giovanna Marino – GIORNO E NOTTE ALLE ISOLE MARINO – Il Melograno Art Gallery

Personale di Giovanna Marino, a cura di Cristina Olivieri.

Sabato 14 maggio, alle ore 18.30,  a Livorno, Montenero, in piazza delle Carrozze 4/5,  presso la galleria il Melograno, si inaugura la mostra GIORNO E NOTTE ALLE ISOLE MARINO.

La mostra resterà aperta fino al 29 maggio.

    “Eolie”, cm. 60×60

 

GIORNO E NOTTE ALLE ISOLE MARINO

  di Cristina Olivieri

C’è un angolo di paradiso dove il mistero della natura si riflette nelle acque di un mare purissimo. Si ha l’impressione di ammirare qualcosa che appartiene all’inizio del mondo: sono le isole dell’arcipelago di Giovanna Marino, che con innata immediatezza ha saputo trasferire i suoi stati emozionali sulla tela e sulla tavola trasponendo all’osservatore il suo libro aperto sul mondo, un vitale laboratorio geologico dove l’evoluzione del nostro pianeta si può studiare in diretta attraverso l’emozione e l’intuizione creativa.

Le isole Marino di giorno sono piccole schegge di terra lavica rappresa, ancorate agli abissi del mare. I colori accesi le forme armoniche rimandano semanticamente al mito polinesiano e magari, perché no? all’isola di Bora Bora l’isola sacra per eccellenza della Polinesia, che per lungo tempo sarebbe stata governata da donne.

Le isole di giorno nella pittura come mezzo espressivo in cui niente è e può apparire artificiale, il colore esuberante e vivido, gioia allo stato puro, primordiale come la vita arricchita di soli semplici gesti, la cattura di un pesce, o l’effetto benefico di un bagno nelle acque cristalline…Vita, emozione.

Nel dualismo stilistico della Marino si incontrano paesaggi dall’equilibrio perfetto, dove il fuoco primigenio, la lotta antica tra gli elementi hanno creato un insieme vario di straordinari angoli costieri dove sono state generate grotte, scogliere, lisce pareti, spiagge nere circondate da un mare pescoso ancora ai giorni nostri.

La lava creatrice dell’isola è risultata indispensabile anche per le isole di notte…  architetture essenziali, cubi affiancati orizzontalmente o verticalmente, radici in cui l’intenso sperimentalismo e le evoluzioni incentrate su un grafismo intricato e complesso che l’artista indaga in questi anni, la pongono alla stregua delle ricerche più avanzate del panorama artistico toscano e la sua poetica risalta per originalità e singolarità.

Dopo un inizio figurativo- materico la pittura di Giovanna Marino assume oggi caratteristiche postcubiste, nelle sue tele comincia ad affiorare quello che poi diventerà il suo segno caratteristico, la genesi della trasposizione pittorica dell’interiorità con tutti i suoi tormenti, che rende inconfondibile la sua arte. Nelle sue opere il segno è perfettamente delineato e riconoscibile, declinato in inquietanti forme, talvolta minacciose e macchiate di rosso sangue. Sebbene Giovanna Marino sia un’artista di difficile collocazione in una specifica corrente, la si può considerare un astrattista informale, che si è lasciata ispirare dall’espressionismo astratto e dalla ricerca artistica di Hans Hartung e Georges Mathieu.

Giovanna Marino esalta attraverso la materia le atmosfere ossessive, le difficili privazioni di una tavolozza con ricerca di contrasti, ma con le infinite possibilità che possono dare pochi e insistiti colori. Un rapporto tra contenitore e contenuto che supera i confini puramente formali per diventare densamente simbolico.

Nelle opere meno recenti non mancano applicazioni di sabbie o carta vetrata mentre ritornano il legno e stecchi approdati sulla spiaggia e raccolti, puri strumenti descrittivi di incubi e paure ricorrenti. Un mondo sotterraneo nascosto che alberga nei momenti più difficili di ogni esistenza umana, sublimato e descritto da chi come lei  non ama le mezze misure, non le conosce e nella sua trasparenza espressiva fa emergere colori come il rosso, il nero il bianco allo stato puro.

Cristina Olivieri