Grande successo di pubblico per il Seminario di Storia dell’Arte: “Pierre Laprade e l’Intimismo francese”

Grande successo di pubblico per il Seminario di Storia dell’Arte: “Pierre Laprade e l’Intimismo francese”, che si è tenuto venerdì 30 dicembre 2022, presso il Circolo della Stampa di Avellino.
L’evento culturale è stato organizzato dal Circolo culturale “Francesco Solimena” e dal Centro di Ricerca “Basilio Orga” per celebrare il novantesimo anniversario della scomparsa di Pierre Laprade (1875-1932), che è stato certamente fra i protagonisti della pittura intimista francese del Novecento.
La relazione del seminario è stata affidata al critico d’arte Professor Stefano Orga, che ha trattato il tema “Il pittore intimista”, evidenziando: <<L’Intimismo fu essenzialmente un movimento intellettuale, principalmente francese, ed ebbe come centro propulsore Parigi. Nacque per contraddistinguere la tendenza artistica romantica, della fine del Diciannovesimo secolo e dei primi decenni del Ventesimo secolo. Fu certamente una delle avanguardie della pittura francese del Novecento. Quando si tratta di Pittura intimista di solito la si associa all’opera dei Nabis, un gruppo di artisti francesi ispirati dal cosiddetto “secondo simbolismo”. […] Alcuni di loro capeggiati da Pierre Bonnard (1867-1947) confluirono nel Movimento intellettuale intimista, che in parte riprese i valori artistici espressi dal gruppo estinto. La Pittura intimista si caratterizzava per una particolare tensione spirituale, per la ricerca di un’autonomia sintattica ed espressiva del soggetto dipinto rispetto alla realtà. Questi pittori si opposero al realismo naturalista. La caratteristica principale della Pittura intimista fu quella di esprimere i moti dell’animo umano, i sentimenti e le emozioni in tutte le loro delicate sfumature attraverso la rappresentazione di ambienti e di oggetti quotidiani, descrivendone anche le situazioni personali. […] Gli artisti di questo movimento intellettuale prediligevano le scene di interno e la rappresentazione di aspetti di vita domestica, che erano colti nel loro carattere “più segreto”, ciò valse loro la denominazione di pittori intimisti. La Pittura intimista fu anche un movimento anti-retorico sia nella forma che nei contenuti: si allontanò dai toni ampollosi e roboanti, non celebrò le imprese eroiche o gli uomini eccezionali, ma predilesse la rappresentazione della vita di tutti i giorni, con uno stile compositivo particolare che era caratterizzato dall’uso di colori chiari e sfumati, creando atmosfere a-temporali.  Ogni artista proponeva un suo stile personale, infatti i membri di questa compagine avevano un’assoluta libertà sia nella composizione che nei cromatismi. […]
Sin da giovane Pierre Laprade si interessò al disegno e alla pittura, prima come autodidatta, frequentando alcuni musei di Parigi ed ammirando le opere di Nicola Poussin (1594-1665) e di Antoine Watteau (1684-1721). Successivamente, verso i ventuno anni, frequentò lo studio di Emilio Antonio Bourdelle (1861-1929), ove approfondì le tecniche artistiche, conseguendo nuove abilità e competenze. La sua passione per il disegno e la pittura esprimeva la propria intima e genuinità. Egli, essendo bretone, aveva un carattere un po’ schivo e sovente solitario, soprattutto quando dipingeva “en plein air” nei dintorni di Parigi. L’attività artistica nei primi anni fu segnata da una vicinanza allo stile, alle tecniche e alle tematiche dell’Impressionismo di Alfred Sisley (1839-1899), di Camille Pissarro (1830-1903) e di Claude Monet (1840-1926). Successivamente, nei primi anni del Novecento, si volse verso la ricerca di uno stile più delicato ed intimista, che lo avvicinò allo stile compositivo e grafico di Pierre Bonnard (1867-1947), di Édouard Vuillard (1868-1940) e di Lucien Simon (1861-1945), che a Parigi erano i promotori della Pittura intimista.
Il pittore francese si era specializzato nella raffigurazione di paesaggi, con e senza personaggi. Mentre, le scene di interni erano caratterizzate solitamente dalla presenza di persone, mostrando così il suo interesse per la vita domestica. Raffigurò anche nature morte, generalmente floreali. Le sue opere erano caratterizzate da un particolare equilibrio e presentavano ritmi compositivi e formali, contraddistinti dalla delicata poetica intimista. Le opere di Pierre Laprade narravano il suo romanticismo interiore e la sua visione personale del bello. I suoi lavori pittorici erano contrassegnati da colori chiari e da campiture lisce, ma dipinse anche utilizzando contrasti cromatici, fra i colori più chiari e quelli molto scuri. Nelle opere raffiguranti i temi di vita quotidiana mostrò tutta la sua adesione alla Pittura intimista francese. Nei suoi panorami la visione paesaggistica era moderna e compiuta, con una particolare e distintiva limpidezza rappresentativa. Il suo tratto grafico per le incisioni e per le litografie esprimeva la sua adesione spontanea alla poetica intimista. Riuscì a raffigurare le cose più umili con una suggestiva liricità avvincente e coinvolgente.[…] Egli mostrò di possedere elevate capacità grafiche e, soprattutto, un’ottima qualità pittorica. Certamente il grande merito del lavoro artistico di Pierre Laprade fu quello di essere stato un cronista della vita contemporanea di Parigi e dei dintorni. >>
Il Seminario di Storia dell’Arte è stato coordinato dalla Professoressa Ilenia D’Oria.
All’evento culturale sono intervenuti con dei saluti: Sac. Don Gerardo Capaldo (Pax Christi e presidente del Circolo culturale “F. Solimena”), Rag. Gianluca Amatucci (conduttore), Dott. Sabino Morano (scrittore e saggista), Dott. Giuseppe D’Amore (neurologo), Prof. Pellegrino Caruso (scrittore e saggista), Maestro Francesco Roselli (pittore e ceramista).
In occasione del Seminario di Storia dell’Arte è stata presentata ed esposta un’opera di Pierre Laprade: Amour et Psyché (1925).
L’evento è stato promosso dal Circolo culturale “Francesco Solimena e dal Centro di Ricerca “Basilio Orga” con la fattiva collaborazione dell’Archeoclub Italia (sezione di Avellino e dell’Irpinia), Associazione Culturale ACO ed In Arte Libertas.
Uno speciale encomio va manifestato alla famiglia che gentilmente e generosamente ha prestato l’opera di Pierre Laprade (1875-1932) per questo evento culturale.
I prossimi incontri storico-artistico si terranno presso il Circolo della Stampa:
Sabato 28 gennaio 2023 alle ore 18.30 dedicato alla pittura macchiaiola dal titolo “Il macchiaiolo Nino Costa“; con la presentazione dei lavori artistici: Paesaggio con cascatella del 1859 e Paesaggio fiorentino del 1862.
Sabato 25 marzo 2023 ore 18.30 dedicato al Settecento italiano dal titolo: “Luigi Vanvitelli disegnatore e pittore“; con la presentazione dell’opera Il Castello di Santa Marinella del 1743.
Per informazioni e contatti: centrodiricerca.bo@libero.it .
Pierre Laprade nacque il 25 luglio 1875 a Narbonne (Francia).
La famiglia era di origine bretone, proveniva da un ambiente borghese e colto, era figlio del pubblico ministero Raymond Coffinhal-Laprade.
Frequentò lo studio di Emilio Antonio Bourdelle (1861-1929) dal 1896, lo scultore lo incoraggiò e lo spronò verso l’attività artistica.
Così fu ammesso alla Scuola di belle arti di Parigi, ma non vi rimase, preferendo l’attività autonoma.
Nel 1900 il celebre gallerista parigino Ambroise Vollard (1866-1939) acquistò una sua opera, così vendette il primo lavoro.
Nello stesso anno, all’accademia d’arte privata di Eugène Carrière (1849-1906), incontrò Henri Matisse (1869-1954) e i membri del gruppo dei futuri Fauves, con i quali espose nel 1905 al Salons d’Automne.
Il nostro pittore partecipò al Salon des Indépendants del 1901, sempre nello stesso anno fu invitato a realizzare una mostra personale presso celebre la galleria di rue Laffitte di Ambroise Vollard.
Lavorò con il ceramista André Metthey (1871-1920) e disegnò alcune litografie per illustrare Manon Lescaut che furono prodotte dal gallerista parigino Eugène Druet (1867-1916).
Nel 1903 con Frantz Jourdain (1847-1935), Eugène CarrièreÉdouard Vuillard (1868-1940), Georges Rouault (1871-1958) e altri fu tra i fondatori del Salon d’Automne, che era una manifestazione ostensiva di rottura nei riguardi delle esposizioni ufficiali parigine.
E ne diventò membro della giuria.
Nel 1906 viaggiò in Italia (visitando Roma, Napoli, Viterbo, Siena, Verona, Venezia e Palermo), successivamente visitò l’Olanda.
Nello stesso anno espose alcune opere ad una mostra collettiva presso la galleria di Berthe Weill (1865-1951) a Parigi.
L’anno successivo espose alla galleria d’arte di Eugène Druet e partecipò al Quattordicesimo Salon, organizzato dal circolo artistico Libre Esthétique di Bruxelles in Belgio.
Nel 1911 si sposò con Christiane de Gourcuff. Nello stesso anno aprì un atelier a Parigi.
Nel 1912 raccomandò alla commissione d’accettazione delle opere del Salon d’Automne il pittore italiano Giorgio De Chirico (1888-1978).
L’anno seguente fu invitato ad esporre alcune sue opere negli Stati Uniti d’America, così andò di persona per consegnare i lavori da esporre alla celebre mostra The International Exhibition of Modern Art di New York e alla collettiva “Armory Show” presso l’Art Institute of Chicago.
Nel 1914 disegnò i costumi e le scenografie per l’opera di balletto Pigmalione per il Teatro degli Artisti di Parigi, oggi Teatro Hebertot.
Durante la prima guerra mondiale, fu decorato con la Croix de Guerre, per la sua condotta d’eroismo.
Nel 1923 aderì al gruppo che si separò dalla Società Nazionale di Belle Arti per fondare il Salon des Tuileries, ove espose le sue opere fino al 1930.
Dal 1923 e al 1932 eseguì una serie di tavole all’acquaforte per illustrare una collana letteraria di pregio, con opere di Paul Valéry, di Marcel Proust, di Jean de La Fontaine, di Paul Verlaine e di altri autori per il gallerista parigino Ambroise Vollard, che furono stampate da vari editori.
Dal 1925 dipinse la serie delle chiese e cattedrali.
Nel 1926 partecipò alla mostra di “Jeune peinture contemporaine” alla celebre Galleria d’arte Bernheim-Jeune e successivamente alla Galleria di Katia Granoff (1896-1989).
Morì a Fontenay-aux-Roses, nell’Île de France, il 23 dicembre 1932 e fu sepolto nel locale cimitero degli artisti.