LA CASA DELL’ARTE E I SUOI AMICI – ATTO SECONDO. SABATO 17 DICEMBRE 2011, ORE 18.00.

MAURO ANDREANI e PAOLO BOTTARI – ARTISTI PARALLELI

 ?18612011?

(l’infinito e la storia)

La ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia (1861-2011) ha offerto a tutti noi l’occasione per svolgere una riflessione sulla storia del nostro popolo e dunque sugli avvenimenti, sulle difficoltà, sulle contraddizioni che ne hanno caratterizzato lo sviluppo nel corso del periodo unitario: eventi talora apportatori di lacerazioni e tragedie, talaltra di speranze e crescita economica e culturale.

Una simile riflessione non può non permearsi di interrogativi sul nostro futuro, che stenta a delinearsi con sufficiente chiarezza in relazione alle incertezze dell’oggi quali si prospettano in rapporto con le linee globalizzatrici di sviluppo del mondo umano nonché con le complesse, spesso contraddittorie reti di costumi e di valori che vanno progressivamente sostituendosi alla preesistenti senza che la crescita culturale delle comunità ne abbia creato i presupposti.

L’attività artistica svolta nel nostro Paese nel corso del periodo unitario, ed in particolare dall’inizio del 900 ai nostri giorni, non ha mancato di assolvere alla funzione liberamente interpretativa che le è propria ed ha fornito a noi tutti, dal Futurismo alla Metafisica, dall’Informale alla Poesia Visiva, dalla Nuova Figurazione alla Transavanguardia, dai Funerali di Togliatti di Renato Guttuso al Dito Eretto (L.O.V.E.) di Cattelan, ulteriori elementi di approfondimento sul senso e sulla direzione della nostra Storia. Entusiasmo e delusione, spirito partecipativo e contestativo, ingredienti a pieno titolo ammissibili, tra gli altri, a costituire l’humus dal quale trae vita e alimento la pulsione artistica, non possono non aver tratto qualche significativa motivazione dalle vicende che fisicamente, filosoficamente, ideologicamente hanno interessato il corpo e l’anima della nostra società. Ciò resta vero anche se il fulcro dell’arte di ricerca, nel corso del passato secolo, ha trovato la propria collocazione altrove; questo, infatti, non ha certo impoverito le ricerche ed i raggiungimenti intervenuti nell’ambito del nostro territorio culturale ma anzi li ha arricchiti, non fosse altro che per lo stimolo al confronto con le grandi esperienze artistiche altrove consumate.

*  *  *

Quali artisti che da oltre un quarto di secolo hanno orientato ed attuato la propria ricerca verso l’arte performativa abbiamo, con il nostro migliore impegno, progettato un lavoro visivo-comportamentale che tratta proprio di quella necessità di riflessione di cui si è detto.  A partire dalle immagini dei fatti salienti della Storia dell’Italia Unita e dei più rappresentativi fenomeni artistici verificatisi nel corso di tale storia si è pensato di svolgere un’operazione performativa capace di rendere il conto e le ragioni delle pulsioni, degli orientamenti, dei raggiungimenti ideali ed estetici dell’individuo-artista; ciò, beninteso, nel presupposto già enunciato della interconnessione profonda e ineliminabile della ricerca dell’uomo singolo con quella più complessa e completa della società alla quale appartiene.

Un progetto, il nostro, che in nessun modo si rapporta col tema dell’Unità d’Italia in termini celebrativi e che tuttavia è improntato ad un profondo rispetto per quanto, di positivo e negativo, abbiamo vissuto come popolo; né, tanto meno, esso si pone su posizioni contestative riguardo alle scelte politiche e culturali che via via hanno impresso impulso al processo storico del nostro Paese. E tuttavia il progetto in questione non ha taglio pilatesco, per la semplice ragione che in esso la storia è presente con tutta la forza che visivamente le immagini rimandano al fruitore, in esso stimolando sentimenti che crediamo non destinati ad elidersi vicendevolmente. Si è lavorato, per dirla in breve, in modo che lo sguardo attraverso la ragione non precluda lo sguardo attraverso la passione; in modo che il senso della delusione e quello della speranza non si sommino algebricamente pervenendo allo zero. Si è posta insomma la massima attenzione a non caratterizzare ideologicamente il complesso d’immagini e di sequenze-video e tuttavia si è cercato di conservare integro in termini di drammaticità, problematicità, messaggio, il portato di quanto viene offerto in visione.

In contemporanea alla erogazione del video – della durata di circa 40 minuti, che appunto offre la sequenza dei più significativi avvenimenti della nostra storia e che è preceduto e seguito da un’immagine dinamica alludente all’infinito scorrere del tempo cosmico nel quale la nostra storia si situa – ha luogo la realizzazione di nostre concomitanti azioni performative. Queste ultime procedono in via parallela e sono finalizzate a dare conto, mediante atti comportamentali, manipolazione di oggetti, ostentazione di simboli e segni, del percorso artistico individuale rispettivamente svolto dai due autori che per ventura hanno vissuto la propria vita e la propria lunga esperienza creativa proprio nel contesto territoriale, storico e culturale dell’Italia Unita: un modo particolare per ricercare, approfondire, chiarificare i rapporti che intercorrono tra la storia di un popolo e quella di un uomo, tra il sentire collettivo quale scaturisce dalla concatenazione di eventi reali e il sentire artistico individuale che può e non può, che vuole e non vuole prescinderne, inteso com’è a misurarsi, anche, con problematiche metastoriche.

Possiamo così dire che il lavoro consta di un racconto a più voci, le quali si materializzano nelle immagini, nei gesti, nei suoni, negli oggetti e nei comportamenti che compongono il mosaico dal quale è previsto che sia costituita la “rappresentazione” visivo-performativa. Si tratta di un racconto che non prevede soluzioni valide per tutti ai problemi che suscita ma che, viceversa, si propone di stimolare in ciascuno la necessità di ricercare una propria personale autenticità nel contesto della storia che è stato chiamato a vivere; racconto che non offre altra morale se non quella che coincide con l’invito, rivolto a tutti ed a ciascuno, a verificare con coraggio e metodo se – tanto nella vita sociale quanto in quella individuale – ciò che appare corrisponda davvero a ciò che è e, in caso contrario, ad operare “con arte” affinché tale auspicabile corrispondenza sia ripristinata.

Mauro Andreani  –  Paolo Bottari

Libera Accademia degli Inutili