Le ricchezze archeologiche e naturalistiche della costa tirrenica tra Santa Severa e Tarquinia

Le ricchezze archeologiche e naturalistiche della costa tirrenica tra Santa Severa e Tarquinia
 
Se ne parlerà al terzo incontro del ciclo di conferenze dedicate all’archeologia subacquea “Tra terra e mare” promosso dalla STAS, il 21 luglio, alle 21,30, al parco Palombini a Tarquinia, con il subacqueo professionista Sergio Anelli e il direttore dell’Istituto di Oceanologia dell’Università degli studi della Tuscia Marco Marcelli
 
Le ricchezze archeologiche e i tesori naturalistici nel mar Tirreno, lungo la costa da Santa Severa alla località Pian di Spille, a Tarquinia. Sarà questo il filo conduttore dell’incontro con il subacqueo professionista Sergio Anelli e il direttore dell’Istituto di Oceanologia dell’Università degli studi della Tuscia Marco Marcelli, in programma il 21 luglio, alle 21,30, al parco Palombini, al civico 25 di via della Ripa, nel centro storico di Tarquinia, per il terzo appuntamento del ciclo delle conferenze serali a ingresso libero dedicate all’archeologia subacquea “Tra terra e mare”, promosso dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia (STAS), con il sostegno del Ministero della Cultura (MIC) e in collaborazione con l’Assonautica di Tarquinia “G. Maffei”.
 
Sergio Anelli aprirà l’incontro con un intervento dedicato “alle peschiere e agli approdi dell’antico Tirreno”. “Analizzerò il fenomeno della costruzione di questi impianti di allevamenti ittico, così numerosi lungo la nostra costa, esaminandone le premesse economiche, le caratteristiche strutturali e gli aspetti cultuali legati agli animali marini – spiega il subacqueo -. La realizzazione di questi gioielli dell’ingegneria idraulica era di sicuro connessa alla presenza di grandi ville marittime, delle quali aumentavano notevolmente il valore commerciale, ma la cui manutenzione imponeva delle spese sostanziose.
 
L’allevamento dei pesci aveva quindi anche il fine economico di sostenere, con la vendita dei prodotti, i copiosi esborsi.  L’aspetto commerciale era sostenuto dalla presenza, nelle immediate vicinanze delle peschiere, di approdi più o meno organizzati presso i quali trovavano accoglienza navi dedicate a questo traffico particolare. Naturalmente saranno descritte le principali peschiere della zona e sarà accennato come i minuziosi studi sulle correnti litoranee locali, necessari per il corretto funzionamento degli impianti, abbiano non poco influenzato il progetto e la nascita del porto di Traiano”.   
 
Il professor Marco Marcelli parlerà invece del “valore degli ecosistemi marini della costa laziale”. “Il laboratorio di Oceanologia Sperimentale ed Ecologia Marina (LOSEM) del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche (DEB) dell’Università degli Studi della Tuscia conduce dal 2001 attività di ricerca finalizzate allo studio degli ecosistemi marini del litorale laziale attraverso un approccio multidisciplinare ed integrato – afferma il docente -. Questo approccio ha portato alla messa a punto di un innovativo sistema osservativo costiero a scala regionale, che integra modelli numerici ad alta risoluzione, early warning systems, misure in situ, stazioni fisse, piattaforme autonome avanzate, sensori oceanografici a basso costo, remote sensing e cartografia GIS.
 
Il sistema osservativo sviluppato consente un’analisi di dettaglio e costante nel tempo delle biocenosi e degli habitat marini nonché del valore dei servizi forniti dagli ecosistemi, fornendo così un contributo fondamentale per la pianificazione sostenibile degli spazi marittimi. L’analisi del capitale naturale costituisce, infatti, uno strumento sempre più importante a supporto della gestione dell’ambiente marino, nell’ottica di rendere compatibili i molteplici usi delle risorse naturali, spesso in conflitto tra loro. L’area marina costiera di Civitavecchia è contraddistinta dalla presenza di quattro Siti di Importanza Comunitaria (SIC) i quali ospitano un’elevata ricchezza ecologica di habitat prioritari presenti nell’area (praterie di posidonia oceanica, scogliere con biocenosi del coralligeno e cystoseira) oltre a specie protette e prioritarie (quali pinna nobilis e corallium rubrum) inclusi nella direttiva habitat (92/43/EEC). Essa è, inoltre, sede di un ricco patrimonio archeologico caratterizzato da numerosi siti costieri e beni archeologici sottomarini lungo tutta la costa”.
 
Tra i redattori nel 1998 del progetto del parco archeologico sottomarino, promosso dal Comune di Civitavecchia, Sergio Anelli collabora all’attività di ricerca scientifica e divulgazione didattica con lo staff subacqueo dell’associazione “I Tirreni”, e con l’Istituto di Oceanografia dell’Università degli studi della Tuscia per gli studi propedeutici alla realizzazione di “un’area azzurra” lungo la costa di Civitavecchia. Ha pubblicato articoli di archeologia subacquea e navale sulla rivista “Archeologia viva”, su “Immagini di Civitavecchia”, sui “Quaderni dell’archivio storico” dell’assessorato alla cultura del Comune di Civitavecchia e sul libro “Rinvenimenti sottomarini nel comprensorio di Civitavecchia”. È autore del volume “Palombari, subacquei e mastri d’ascia a Civitavecchia”. Con la STAS ha collaborato alla redazione del bollettino “Tirrenikà” e a varie conferenze sull’archeologia subacquea.
 
Docente di oceanografia biologica e oceanografia applicata e dinamica degli ecosistemi presso l’Università degli studi della Tuscia, il professor Marco Marcelli ha fondato nel 2001, e ne è responsabile, il Laboratorio di Oceanologia Sperimentale ed Ecologia Marina (LOSEM) di Civitavecchia del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche (DEB). È membro del “Group of Senior Official for EuroMediterranean cooperation in RTD (former MoCo)” e del forum internazionale fra i principali istituti di oceanografia del mondo “Partnership for Observation of the Global Ocean (POGO).