Mario Bacchelli da Buenos Aires a Memphis – Centro Cagianelli per il ‘900 – PISA

 1° Puntata

Mario Bacchelli da Buenos Aires a Memphis
un emigrato dell’arte tra postimpressionismo e Arte Coloniale
 
a cura di Francesca Cagianelli
 
domenica 24 marzo 2024, ore 11.00 

La stagione indipendente di CASA D’ARTE BRAGAGLIA

Calendario culturale: “Le Domeniche del Centro Cagianelli / 2024”

promosso dal Centro Cagianelli per il ‘900 / PISA PERCORSI MUSEALI / con il contributo di Fondazione Pisa

Il Centro Cagianelli per il ‘900 ha il piacere di annunciare il nuovo ciclo di conferenze del Calendario culturale “Le Domeniche del Centro Cagianelli / 2024”, promosso in collaborazione con PISA PERCORSI MUSEALI e con il contributo di Fondazione Pisa, dedicato all’internazionale temperie avanguardistica dell’eccentrica Galleria fondata nel 1918 da Anton Giulio e Carlo Ludovico Bragaglia, dal titolo “La stagione indipendente di CASA D’ARTE BRAGAGLIA”.

Ideato da Francesca Cagianelli in onore della breve militanza futurista di Enrico Cagianelli e della partecipazione strategica dello scultore all’attività espositiva di Casa d’Arte Bragaglia, le tre puntate del Calendario 2024 punteranno i riflettori sulle vicende biografiche e artistiche di tre protagonisti del più rivoluzionaria luogo polifunzionale della Roma artistica degli anni Venti, conservati nelle collezioni permanenti dell’Istituzione culturale pisana: Mario Bacchelli (Bologna 1893 – Memphis 1951), Virgilio Marchi (Livorno, 21 gennaio 1895 – Roma, 30 aprile 1960), Romeo Costetti (Reggio Emila, 1871 – 1957), diversamente partecipi del clima sperimentale messo in campo dalla “stirpe bragagliesca” con l’obiettivo di promuovere un ampio ventaglio di rassegne intitolate agli esponenti delle avanguardie mondiali, così come ad alcuni outsider italiani variamente partecipi di sussulti innovativi e ambizioni internazionali.

Oltre a pionieristiche iniziative espositive quali quelle intitolate a Giacomo Balla, Fortunato Depero, Giorgio de Chirico, Mario Sironi, Julius Evola, non mancarono focus relative ai “moderni tedeschi”, così come a  Klimt, Schiele, e infine ai “moderni ungheresi” e ai dadaisti, mentre si susseguivano dibattiti e conferenze, così come pubblicazioni di libri e riviste, in particolare “Cronache d’attualità” (alcuni fascicoli dei quali sono conservati nella biblioteca di editoria illustrata del Centro Cagianelli e visibili nell’ambito delle “Domeniche / 2024”) “Index” e “Bollettino della Casa d’Arte Bragaglia”.

Nell’ambito del Calendario pisano sfileranno le seguenti puntate, incentrate su tre firme rare del panorama figurativo del Novecento italiano: Mario Bacchelli da Buenos Aires a Memphis: un emigrato dell’arte tra postimpressionismo e Arte Coloniale, conversazione a cura di Francesca Cagianelli (1° Domenica del Centro Cagianelli / 24 marzo 2024, ore 11.00); “La stagione futurista di Virgilio Marchi”, conversazione a cura di Milva Giacomelli (2° Domenica del Centro Cagianelli / 21 aprile 2024, ore 11.00); Romeo Costetti: il trionfo della Commedia dell’Arte tra l’umano e l’astratto, conversazione a cura di Francesca Cagianelli (3° Domenica del Centro Cagianelli / 26 maggio 2024, ore 11.00).

Al centro della 1° Domenica del Centro Cagianelli la conversazione dal titolo “Mario Bacchelli da Buenos Aires a Memphis: un emigrato dell’arte tra postimpressionismo e Arte Coloniale”, a cura di Francesca Cagianelli, in programma domenica 24 marzo 2024, ore 11.00 (ingresso gratuito su tesseramento).

Sotto i riflettori della curatrice l’internazionalità indiscussa della formazione artistica di Mario Bacchelli nell’ambito delle correnti più vitali del gusto europeo: dopo aver frequentato l’Accademia granducale di Karlsruhe, l’artista si recò infatti a Parigi tra il 1912 e il 1913, dove fu coinvolto dall’avanguardia impressionista, senza tralasciare il cubismo, indagato tanto sotto l’aspetto tecnico che teorico. Seguirà quella significativa stagione futurista che lo vide dapprima affiliato del circuito culturale di Francesco Balilla Pratella, e quindi, in ambito romano, tra le fila dei militanti di Casa d’Arte Bragaglia, accolto sulle pagine di “Cronache d’Arte d’Attualità” e partecipe della Collettiva romana organizzata dalla stessa Galleria Bragaglia nel 1923, fino a distaccarsene per condividere con il più noto fratello Riccardo, affermato letterato, la collaborazione alle più prestigiose riviste dell’epoca, in particolare “La Ronda”, “Primato” e “Valori Plastici”,

Non mancano tuttavia nella carriera di Bacchelli emozionanti, quanto dimenticate, tracce di un inscindibile legame con il nostro territorio, visto che, dopo il soggiorno del 1923 nell’America del Sud, in Brasile e in Argentina, Bacchelli, una volta rientrato in Italia nel 1928, proseguì, contemporaneamente all’insegnamento presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, la sua attività pittorica tra Firenze, Pisa, e Livorno, ritraendo alcuni squarci paesaggistici in bilico tra avanguardia postimpressionista e adesione a stilemi tipici dell’esotismo coloniale, come nel caso dell’eccezionale inedito “Rodi – Via del Mercato e la Moschea di Solimano” (1931), conservato presso il Centro Cagianelli.

Il secondo appuntamento del Calendario pisano, dedicato al genialissimo Virgilio Marchi, intitolato “La stagione futurista di Virgilio Marchi” (21 aprile 2024, ore 11.00 – ingresso gratuito su tesseramento),  intende valorizzare un protagonista del futurismo europeo, anch’egli tuttavia attivo sul nostro territorio, dove ne è stata celebrata in particolare la stagione espressiva relativa alla collaborazione con lo studio cinematografico Pisorno-Cosmopolitan.

Sarà l’architetto Milva Giacomelli, pluriennale curatrice di eventi e pubblicazioni dedicate a Virgilio Marchi, a presentare un excursus storiografico intitolato alla militanza futurista dell’artista, avviatasi all’insegna della predilezione del “lirismo plastico” quale formula di base per l’elaborazione architettonica, e rivolta in particolare all’indirizzo del comasco Antonio Sant’Elia, di cui tuttavia, in una conferenza tenuta nel 1918, stigmatizzava l’affinità con l’architettura americana.

Nel 1921, per incarico di Anton Giulio Bragaglia, Marchi curò la realizzazione della nuova sede dell’omonima Casa d’Arte, già al n. 21 di via dei Condotti, poi trasferitasi nelle cantine del Palazzo Tittoni in via degli Avignonesi, che inglobavano alcuni ambienti delle terme di Settimio Severo. Nel 1922 fu la stessa Casa d’arte Bragaglia ad ospitare la personale “Marchi architetto futurista”, inaugurata da Filippo Tommaso Marinetti, fichè nel 1923 Marchi realizzò le scene di alcuni spettacoli per il Teatro degli Indipendenti, mentre, nel 1924, Luigi Pirandello, direttore della Compagnia del Teatro d’Arte di Roma che annoverava, tra gli altri, Marta Abba e Lamberto Picasso, si avvalse dell’operato di Marchi per la realizzazione del Teatro Odescalchi, inaugurato nel 1925. 

La conversazione sarà affiancata dall’evento espositivo dedicato ad alcune testimonianze disegnative e incisorie conservate presso il Centro Cagianelli, con particolare riferimento alla preziosa xilografia dell’artista destinata all’illustrazione simbolista di un romanzo di Francesco Flora e al disegno drammaticamente visionario “Veduta di Livorno dopo i bombardamenti” (1946-1948).

Infine, il terzo evento del Calendario 2024, dal titolo “Romeo Costetti: il trionfo della Commedia dell’Arte tra l’umano e l’astratto (26 maggio 2024, ore 11.00 – ingresso gratuito su tesseramento), intitolato anch’esso, secondo la mission del Centro Cagianelli, a una personalità cosmopolita, attiva tra l’Italia, il Belgio e la Germania, quale quella dell’emiliano Romeo Costetti, protagonista nel maggio 1920 di una mostra monografica allestita presso Casa d’Arte Bragaglia, costituita da monotipi intitolati alle Maschere del carnevale, eppure oggi pressochè escluso dal gotha della storiografia critica rispetto al più noto fratello Giovanni.

Codificati a livello di prontuario di estetica futurista, nell’ambito della quale “l’artista ed il saltimbanco vivono il loro calcolo spietato” (A. Soffici, Acrobatismo clownismo, in A. Soffici, Primi principi di un’estetica futurista, Firenze, 1916) l’acrobatismo e il clownismo già formulati a questa data da Ardengo Soffici inaugurano in Italia la stagione delle avanguardie, contrassegnata da “suoni, parole, colori, forme, proporzioni: – elementi sublimi per un equilibrismo in cui l’anima s’esalta e vibra come in un miracolo solare e leggero”: è, appunto, il caso di Romeo Costetti, anch’egli attento indagatore delle avanguardie internazionali, che fin dal 1902, in una cartolina indirizzata allo stesso Soffici, giunge ad esternare il suo scarso gradimento verso gli indirizzi estetici trionfanti alla Secessione tedesca di quell’anno, asserendo che “ci si sente la smania di fare del nuovo ad ogni costo e cascano nello strambo e nel paradossale”. Pur avvertendo dunque, inevitabilmente, una qualche modernità nelle avanguardie secessioniste, Costetti non cessa di stigmatizzarne la brutalità, anche se non esita ad ammettere che “il vero foyer artistico è Monaco e un po’ Dresda” (cartolina di Romeo Costetti a Ardengo Soffici, Berlino, 7 agosto 1902). Innamorato del “nobile” e del “bello”, e nemico pertanto di ogni rivolgimento brutale della tradizione, ancora nel 1903 Costetti mostrava tuttavia una fervida curiosità per le “nuove idee” di Soffici, così come per l’operato di Umberto Brunelleschi e di quell’Henry de Groux che nel già nel 1898 aveva realizzato un’opera quale Zola à la sortie du prétoire, sorta di allegoria martirologica dell’artista-poeta-Pierrot (Cartolina di Romeo Costetti a Ardengo Soffici, Como, 3 luglio 1903). Non stupisce pertanto ritrovarlo nell’ottobre 1920 in una seconda iniziativa promossa dai Bragaglia, stavolta a Milano, nella Galleria Centrale d’Arte, insieme a Giacomo Balla e a Enoch Glicenstein, mentre la rivista “Cronache d’Attualità” pubblicherà più volte disegni dell’artista.

Centro Cagianelli per il 900

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