Vinicius Pradella  – “Il sogno” – Galleria “Arianna Sartori. Arte & Object Design” – Mantova

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La Galleria “Arianna Sartori. Arte & Object Design di Mantova, nella sala di via Ippolito Nievo 10, presenterà una interessante selezione di dipinti del Maestro Vinicius Pradella (Verona, 1926 – 2018).

L’esposizione intitolata “Il sogno“, organizzata da Marzia Pradella figlia dell’artista e curata da Arianna Sartori, sarà inaugurata sabato 4 settembre alle ore 17.30 e resterà aperta al pubblico fino al 16 settembre 2021.

“Il realismo fantastico di Vinicius Pradella è un panorama completo dell’attività di questo artista serio e lineare, sempre fedele ad una tematica ricca di soluzioni imprevedibili e proprio per questo difficile da sviscerare. L’artista veronese ha una sua personalità ben precisa, affinata attraverso il contatto con le magie e le credenze brasiliane. Non a caso, parlando della sua pittura, si fa spesso il nome del “tantrismo”, una religione, più che una filosofia.

E proprio il colore, oltre a un certo tipo di suggestione, appare derivato dalle foreste e dagli ambienti naturali dell’Amazzonia: quei verdi intensi, per esempio, o quei blu cobalto che appaiono in quasi tutti i dipinti di Pradella.

Artista multiforme, impegnato anche nella diffusione capillare dei dettami stilistici della sua corrente, Pradella ha saputo trovare immediatamente al ritorno in patria una collocazione di rilievo”.

Adalberto Scemma

“Vinicius Pradella è un pittore accademico per professione, surrealista per devozione e mago per spiritualità.

Vinicius dipinge un mondo differente, più reale per essere fantastico, più puro per essere simbolico, più intellettuale e più onirico che il proprio sogno, dove si svolge un risveglio di passioni, visioni, illusioni e realtà cosmiche. C’è un lirismo erotico nella sua pittura spoglia di lussuria, però dotata della più alta sessualità tantrica. Lui doveva aver studiato ai tempi di Dioniso, di Silvia e di Karnac. Però il suo pennello ha viaggiato per il mondo dell’ispirazione iniziatica e ha saputo ritrarre il nascosto e portarlo alla luce”.

Prof. Josefa Ramno Moli Nero – Yogakrisnanda

“L’automatismo di Pradella, che scatta da una precedente definizione ambientale, è tra i più schietti, perchè senza complessi è affrancato da qualsiasi riferimento lettrario. Il suo efficace cromatismo aderisce perfettamente all’immagine, acrescendone la caratterizzazione. Nel bianco e nero, inteso come fitta ed armonica tessitura segnica, l’artista, testimonia invece l’influsso della parte più delicata e nobile della dottrina tantrica.”

I suoi nudi non vogliono essere quindi che l’oggettivazione di concetti trascendenti il dato naturale per attingere alla sfera dello spirito.

Eccon dunque un surrealista completo, genuino, il cui linguaggio si rivolge all’io e al l’occhio e al cuore dell’uomo”.

Gino Traversi

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La Bellezza Invisibile

“(…) Il suo atteggiamento, volto ad una interpretazione surreale degli avvenimenti descritti, è quello di portare i soggetti al centro del mondo facendo loro ruotare attorno ogni cosa. (…) La Musica risuona nell’opera di Pradella attraverso arpe, flauti e violini, e persino l’amore di Giulietta e Romeo sembrano alludere a qualcosa di consolante e rassicurante per il sentire umano. È in un ricettacolo di emozioni e sentimenti, di ricordi e curiosità che l’artista Pradella vede l’essenza della vita e nessuno più dell’essere femminile naturalmente lo custodisce, lo manifesta e rappresenta attraverso l’immagine di bellezza. Per questo la donna per Pradella diventa reale ministro della fede come la Papessa o Cadinalessa Giovanna e della difesa come Lady Hebling di Innsbruck. Un messaggio significativo e stimolante che invita lo spettatore ad un dialogo con se stesso, oggi più che mai”.

Licia Massella

Vinicius Pradella

È nato a Verona il 24 agosto 1926, è mancato il 1° settembre 2018.

Dal 1952 al 1957 l’artista che, oltre a dipingere, lavorava come disegnatore per una società italo-americana, visse tra Buenos Aires e Rio de Janerio.

Anima detonante e produttiva, Pradella, trasferitosi nel 1963 a San Paolo, progettò un piccolo paese da costruire ai margini dell’inospitale Amazzonia. E diresse egli stesso i lavori. “È stata un’esperienza surreale” commenta Vinicius ricordando quei giorni da pioniere al cospetto della maestà verde della più grande foresta del mondo. A San Paolo l’artista veronese trovò un ambiente cosmopolita che gli permise di ampliare le sue conoscenze e di far conoscere la sua eccellente pittura. Venne nominato direttore del Centro culturale italo-brasiliano e partecipò alla IX e X Biennale.

Ma il richiamo della patria si faceva spesso irresistibile. Nel 1971 ritornò in Italia ed espose a Verona, Padova, Brescia, Roma, Gardone, Torino e Genova. Fu un periodo di grande fertilità creativa, ma un nomade nello spirito obbedisce a richiami che alle creature stanziali possono sembrare irrazionali. Ed eccolo quindi nuovamente imbarcato sull'”Eugenio C” con destinazione il Brasile. Pradella lasciò definitivamente i Tropici e tornò a Verona dove espone alla Galleria della Società Belle Arti.

È vissuto e lavorato a Pescantina nella sua casa con le finestre aperte sull’azzurrognolo un tantino malinconico dei nostri monti. Nel viso era ad un tempo Socrate, Chabrier e il dottor Florand, con una barba da Gran Senusso. Vestiva spesso alla Lincoln e potrebbe essere stato scambiato per un personaggio fluviale de “L’uomo di fiducia” di Melville. Nessuna meraviglia se si fosse messo improvvisamente a parlare in versi come un padre nobile del teatro classico come Andrè Breton.

A vederlo mentre si aggirava nel pantheon delle sue papesse, sotto i seni turgidi di Johanna che è un po’ Mary Stuart e un po’ Jane di San Faustino, non si può fare a meno di pensare all’istrionesco Salvador Dalì, lo scomunicato esponente dei Surrealisti.

Troppo surreale? Forse no.

Silvino Gonzato

Orario

dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30.

Domenica 12 settembre 15.30-19.00