Filippo Biagioli – La mostra “LARCIANO 25 ANNI LUNGO IL FIUME” – “CUM VENIO – Casa Studio Galleria” a Larciano.

Prosegue la mostra personale di Filippo Biagioli, artista residente nel Comune di Massa e Cozzile, dal titolo, “LARCIANO 25 ANNI LUNGO IL FIUME” , visitabile  fino a domenica 28 maggio presso “CUM VENIO – Casa Studio Galleria” a Larciano. L’esposizione, curata da Andrea Mattiello,  è una retrospettiva che percorre il lavoro dell’artista toscano dalla fine degli anni ’90 fino ad arrivare all’attuale produzione, pittorica e scultorea, indagandone il rapporto con la Natura, fondamentale nell’attività di Filippo, di cui l’acqua ne è componente costante. L’acqua è l’elemento fondamentale per la creazione delle sue opere scultoree. Mani e acqua danno vita plasmando la materia a figure totemiche ed essenziali, contemporanee e primitive allo stesso tempo.

Come scrive Andrea Mattiello, grande amico di Filippo, nel catalogo, presentato domenica 13 maggio: “Il fiume è il simbolo della vita che scorre, del continuo mutamento, mai uguale a se stesso nel suo continuo scorrere in una sola direzione, come il percorso artistico di Filippo Biagioli. Vita e arte non hanno alcuna separazione in lui. Da qui nasce il titolo della mostra. In venticinque anni Filippo Biagioli ha potuto sperimentare le più diverse tecniche per esprimersi, attraversare l’utilizzo di materiali quali il legno, la stoffa , la plastica, il metallo e, attualmente, il cemento e il calcestruzzo, collaborando ad esposizioni in importanti ambiti internazionali. 

Elemento distintivo è il segno, primordiale, arcaico, che ricorda quasi un certo primitivismo, non codificato, semplice ma deciso, incurante del comune concetto di bellezza e proporzione, che crea spazi che successivamente saranno riempiti da campiture di colore piatto. L’artista ha realizzato l’installazione site specific,”Fanti”, composta da 215 elementi che animano il cortile interno dello spazio espositivo dialogando con i visitatori e la vegetazione presente. Fanti sono figure di piccole dimensioni plasmate in calcestruzzo dipinto in fase di asciugatura”.

“Le opere spaziano in quello che è il mio mondo”  afferma Filippo, raccontando di aver sofferto di un disturbo del comportamento alimentare, “Sono anche parti del mio percorso di cura. Ancora oggi nei miei quadri qualcosa di questo è presente e c’è molto anche Andrea. Siamo stati molto insieme. L’ho raffigurato in due ritratti. Il libro regalato stasera, dal titolo “Criba. Il divoratore di affetti” è stato disegnato da me, durante il primo anno di terapia, quando pesavo quaranta chili. I personaggi sono persone che stavano accanto a me. Ad esempio Andrea,chiamato “Andrello” nel fumetto, dove ha un negozio in questa città dove vende lacrime, in modo che se ti viene da piangere, ne puoi comprare un etto così non soffri più perché ormai le hai smaltite tutte. Ci sono quelle di gioia , di rabbia. La sua commessa è mia moglie, chiamata “La tafana”. Ci sono anche io, che mi prendo pesantemente in giro. E’ stato presentato, grazie al Museo di Arti Primarie di Savona, al British Museum.

Mi ha fatto molto piacere che abbiamo avuto molti visitatori, tanti mi hanno scritto, si sono riconosciuti nelle opere.Sono fortunato perché le mie opere vengono esposte nei musei, anche importanti e all’asta, dove ora c’è “Ritratto di scimmia con psoriasi”, che raffigura mia moglie Cristina. Sono un’amante delle malattie della pelle e, quando ho conosciuta lei, soffriva di psoriasi, che disegno nei personaggi dei miei quadri. L’offerta libera per la venditadi Criba è destinata a due progetti. Il primo è per una chiesa. L’ho cominciata dopo la quarta volta che ero stato investito da una macchina e camminavo ancora. Mi sembrava che il cero alla Madonna fosse un po’ riduttivo. Io e mia moglie abbiamo ricevuto diversi miracoli quindi dono la mia arte gratuitamente a chiese, sinagoghe e tutti i movimenti religiosi. Lavoro da tre anni alla struttura per una Chiesa di Laigueglia Quest’anno dovrei terminarla. E’ tutta in calcestruzzo perché è il Vangelo di Matteo”. Sofia Ancillotti che ha curato la mostra, spiega l’arte di Filippo Biagioli, sottolineando la quotidianità presente nei suoi quadri: “Ha la straordinaria capacità di scendere da quello che è il piedistallo dell’artista, ci fornisce la possibilità, stando in mezzo a noi, di potersi rispecchiare all’interno delle sue opere con una costante che è quella del segno, che porta avanti da venticinque anni”.

 

 

 

 

Articolo di

Alessandra Giulia Romani