PLOT HUNTERS. Maurizio Donzelli, Arthur Duff, Antonio Marchetti Lamera – Fondazione l’Arsenale di Iseo

PLOT HUNTERS. Maurizio Donzelli, Arthur Duff, Antonio Marchetti Lamera

 

Fondazione l’Arsenale di Iseo, Vicolo Malinconia 2

Da sabato 26 marzo a domenica 22 maggio 2022

Una mostra a cura di Ilaria Bignotti in collaborazione con Camilla Remondina

e con il Patrocinio di Comune di Iseo

La mostra è visitabile il giovedì e il venerdì dalle ore 15:00 alle ore 18:00, sabato, domenica e festivi dalle ore 10:30 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00.

L’ingresso è gratuito e consentito ai soli visitatori muniti di mascherina e Green Pass rafforzato. Per ulteriori informazioni i nostri contatti sono: segreteria.arsenaleiseo@gmail.com e www.fondazionearsenale.it.

All’Arsenale di Iseo il prossimo 26 marzo 2022 inaugura Il progetto espositivo che intende confrontare la ricerca visuale di tre artisti mid-career, Maurizio Donzelli, Arthur Duff e Antonio Marchetti Lamera, attraverso il dialogo tra opere pittoriche e installazioni recenti che si dispongono nei tre ambienti dell’Arsenale di Iseo.
Pur nelle differenti declinazioni dei loro linguaggi, i tre artisti sono in un certo senso accomunati da un’affinità nei contenuti espressivi: le loro opere infatti corrono sul perimetro dell’ambivalenza e fanno emergere, sulla superficie della trama pittorica (Donzelli e Marchetti Lamera) o dell’intreccio ricamato e luminoso (Duff), possibili immagini che a loro volta evocano paesaggi antropizzati ed urbani, paradisi fitomorfi, visioni oniriche e racconti dichiarati con ago e filo o sussurrati come un messaggio tra le ombre e i reticoli della materia pittorica. Il problema del limite – da intendersi nella massima complessità etimologica del termine come confine e soglia, punto di arrivo e per questo possibile rampa di sconfinamento immaginifico e mentale – è altrettanto cruciale e condiviso.
Maurizio Donzelli lo indaga da decenni attraverso opere che lavorano sull’ambiguità tra figura e sfondo, latenza e affondo dell’icona, in un tripudio di pittura, materiali riflettenti e rilucenti, sofisticati mirrors e pregiati arazzi. Senza porre alcun limite ai bacini di ispirazione e ai paradigmi iconici di riferimento, Donzelli porta alla luce uno straordinario apparato di visioni che conducono il riguardante in un percorso di avvicinamento alle più remote istanze della percezione, in un processo di condivisione empatica tra immaginazione, senso e conoscenza. Un artista crossover che non ha mai voluto identificare la propria indagine in correnti stabilite, ma fautore di una continua ricerca che intreccia studi filosofici ed iconografici a indagini storiche eAutoptimize sensibilità antropologica per esplorare il potenziale dell’immagine, tesa tra analogia, trasformazione e trasfigurazione. Ciò che accomuna l’intera indagine dell’artista e la rende al contempo leggibile a più livelli di profondità è allora proprio il suo essere atto concettuale che si fa segno, colore, forma instabile e mutevole perché in costante relazione con lo sguardo di chi la accoglie e rielabora in base alla propria sensibilità. In questo composito atlante di immagini i Drawings e gli Arazzi, i Mirrors e i recenti Monocromi, fino alle opere su tela e resina ed alle ultime sperimentazioni che vedono la sofisticata stampa fine art su Chromalux, mettono in evidenza la crucialità del pensiero che è retrostante al processo costitutivo dell’opera, riportando così al centro della riflessione il principio del fare, ovvero, dell’atto creativo che non si conclude con la restituzione dell’opera al mondo ma continua nella reciprocità tra questa e lo spettatore, in un farsi e disfarsi dell’immagine che non è labirintico gioco, ma cosciente richiamo al vedere e sentire.

Antonio Marchetti Lamera indaga in modo ossessivo il rapporto che intercorre tra la sua modalità percettiva delle trame architettoniche urbane senza alcun pregiudizio nei confronti della tipologia di spazi e costruzioni ma, anzi, perseguendo unicamente il suo desiderio e rispondendo così alla fascinazione estetica – da qui la sua vicinanza teorica con il principio della leggerezza di Italo Calvino. L’approccio passa dall’occhio all’obiettivo al pennello – o ad analoghi strumenti di restituzione visuale: Marchetti Lamera seleziona, vagabondando nelle città, porzioni visuali antropizzate, le fotografa producendo così un ricchissimo atlante in continua evoluzione, per poi campionare ulteriormente frammenti di ombre e di nervature architettoniche che costituiscono i “cadavres exquis” – la citazione surrealista è puntuale e rievoca il principio della flânerie urbana che caratterizza l’artista – di un’ulteriore elaborazione che si dilunga e diluisce tra acrilici cangianti, tele e carte che diventano anche installazioni complesse, come la recente “Teatro d’ombra”, presentata nel contesto della Ex chiesetta di Polignano a Mare. L’ombra, compagna e alter ego dell’architettura e dell’uomo, è irriducibilmente presente nell’opera di Marchetti Lamera, si diluisce e distende, contorce e rarefà, tessendo una trama evocativa di racconti che dalla dimensione urbana trascendono in quella metafisica.

Stridono e imperversano i reticoli e i ricami di Arthur Duff, ora nella luminosa eclatanza dell’installazione di luce e corda che si arriccia e srotola lungo la parete, ora nella stratificata veemenza dei tessuti ricamati, dove la parola o la frase diventano attivatori di un magma di significati che dalla dimensione intima ed individuale trascorrono in quella pubblica e contemporanea. Divagazione, concentrazione, condensazione, restituzione: il processo creativo di Arthur Duff scaturisce da un labirintico meditare che si traduce in caleidoscopi di immagini tra loro interconnesse, lasciando che queste si contaminino e distinguano in un andirivieni che dal profondo si decanta in superficie e si definisce sul supporto, di volta in volta individuato dall’artista quale più consono medium, in una processualità stratificata e meditata.

Di queste trame, di questi intrecci materici e visuali si connota il progetto espositivo che sin dal titolo evidenzia proprio la polisemia del percorso che suggerisce una lettura stratificata delle opere in mostra, le quali necessitano dello sguardo unico e insostituibile dello spettatore, chiedendogli di colmare con la sua esperienza visuale e il suo substrato di immagini e visioni il tracciato narrativo e il tragitto iconografico tra i fili pittorici, impalpabili, luminosi e narranti che scorrono, affondano ed emergono tra gli ambienti dell’Arsenale.

Fondazione l’Arsenale di Iseo

Situato nel cuore del centro storico di Iseo, l’Arsenale è uno spazio espositivo che ospita mostre ed eventi culturali che spaziano dalla produzione artistica del territorio a personali e collettive che hanno come scopo la valorizzazione dell’arte contemporanea.

Dalla sua nascita ad oggi l’ente ha prodotto mostre ed esposizioni realizzando uno straordinario cammino che non ha eguali nel percorso culturale della Provincia di Brescia.

La sua collezione permanente si compone di oltre 140 opere firmate da 110 artisti che offrono al visitatore un frammento significativo della storia artistica e culturale del territorio, dalla seconda metà del secolo scorso a oggi.

A partire da settembre 2014, la Fondazione l’Arsenale offre a visitatori, studiosi e appassionati d’arte la possibilità di consultare i volumi che fanno parte del proprio archivio: una raccolta di circa tremila pubblicazioni che includono cataloghi e libri d’arte donati negli anni da privati e dagli stessi autori.

La Fondazione, che non ha scopo di lucro, persegue, secondo gli indirizzi e le linee di politica culturale e turistica assunte dall’Ente Fondatore, le finalità di conservazione, manutenzione e valorizzazione di beni storici e culturali ricevuti o acquisiti a qualsiasi titolo, nonché della gestione e valorizzazione di organismi e attività turistiche e culturali nel rispetto dell’origine culturale dei luoghi. Nell’ambito delle sue finalità la Fondazione persegue, anche in collaborazione con terzi: la migliore fruizione da parte del pubblico dei beni culturali e delle attività turistiche; l’organizzazione di mostre, nonché di studi, ricerche, iniziative scientifiche, attività produttive didattiche o divulgative, anche in collaborazione con il sistema scolastico e universitario e con istituzioni culturali e di ricerca italiane e straniere; l’organizzazione di eventi e attività culturali, anche connessi a beni museali di interesse locale, regionale e nazionale e l’organizzazione di itinerari culturali, individuati mediante la connessione fra beni culturali e ambientali diversi, anche in collaborazione con gli enti e organi competenti per il turismo.

Tra le recenti attività si evidenziano: due mostre a cura di Melania Raimondi e Camilla Remondina (ACME Art Lab) SILVIA INSELVINI. Érebos e VALERY FRANZELLI, SERENA NICOLì, VALENTINA REGOLA. /biàn•co/ inserite nel periodo che la Fondazione ha deciso di dedicare ai giovani artisti, due mostre a cura di Ilaria Bignotti in collaborazione con Camilla Remondina: ANTONIO SCACCABAROZZI. Acquorea una mostra di Archivio Antonio Scaccabarozzi, Milano con il supporto di Galleria Clivio Arte Moderna e Contemporanea, Milano-Parma, e MARCELLO GRASSI. Archeologia dello Sguardo con il supporto della Galleria IAGA Contemporary Art, Cluj-Napoca, Romania e l’evento proposto ed organizzato dal Comune di Iseo con il patrocinio di Regione Lombardia GIUSEPPE CARTA. Germinazioni della Terra.

Maurizio Donzelli

Maurizio Donzelli, nato a Brescia nel 1958, vive e lavora a Brescia. È stato docente di Teoria della Percezione e Psicologia del Colore presso l’ex NABA a Brescia, divenuta poi Accademia di Belle Arti SantaGiulia, per sette anni.

Artista intellettuale con una formazione che spazia dalla filosofia all’antropologia, ha sviluppato una ricerca estesa che ha al centro il problema dell’immagine, intesa come potenziale luogo di concentrazione, migrazione e alterazione della memoria visuale. Le sue opere, declinandosi in cicli distinti, sperimentano materiali e tecniche differenti con la finalità di continuare ad approfondire e restituire al pubblico un potenziale infinito di suggestioni e rimandi iconici che affondano nelle dinamiche del tempo e della storia spaziando in geografie anche distanti. In questo composito atlante di immagini, i Disegni Del Quasi, gli Arazzi, i Mirrors, i Monocromi Oro, i Notturni e i Lux-Drawings mettono in evidenza la crucialità del pensiero che è retrostante al processo creativo e riportano al centro della riflessione il principio del fare. L’atto creativo, infatti, non si conclude con la restituzione dell’opera al mondo ma continua nella reciprocità tra questa e lo spettatore, in un farsi e disfarsi dell’immagine che non è labirintico gioco, ma cosciente richiamo al vedere.

Questi aspetti hanno spinto molti studiosi, intellettuali e critici ad occuparsi del lavoro di Donzelli nel corso degli anni, in occasioni espositive internazionali e museali tra le quali le personali: Immaginale, Galleria Massimo Minini, Brescia, 2022; In Nuce, Museo Civico Medievale, Bologna, per ARTCITY e Metamorphosis, Villa Olmo, Como, 2021; Thresholds, MAC – Museo d’Arte Contemporanea, Lissone, 2020; Diorama, Open Source First Shenzhen Biennale, Luohu Art Museum, Shenzhen e Giardini Cosmici con Aldo Grazzi, Palazzo Ducale, Mantova, 2018; Ad Altemps, Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps, Roma, 2015; Metamorfosi, Palazzo Fortuny, Venezia, 2012.

Tra le recenti collettive si ricordano: il progetto nato da una sua idea e con la presenza di sue opere GestoZero itinerante al Museo di Santa Giulia, Brescia, Museo del Violino, Cremona, Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena, Bergamo, 2020-2021; Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia, 2017; Proportio, Palazzo Fortuny, Venezia, 2015; TRA. Edge Of Becoming, Palazzo Fortuny, Venezia, 2011.

La riflessione teorica è stata negli anni oggetto di diverse pubblicazioni, tra le quali si evidenziano: La Linea Del Tutto a cura di Luca Cerizza, Mousse Publishing 2016, in occasione della mostra bi-personale presso la Cortesi Gallery a Londra e Lugano; Diramante, Bandecchi e Vitali 2015; Metamorfosi, Mousse Publishing 2012; Spettacolo di Niente, Mazzotta 2003, stampato in occasione dell’omonima personale presso la Calcografia Nazionale di Roma; Lo Sguardo Del Disegnatore, Edizioni l’Obliquo 2002.

Le opere di Maurizio Donzelli sono accolte in numerose collezioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero.

Arthur Duff

Arthur Duff, nato a Wiesbaden nel 1973, dopo aver vissuto negli Stati Uniti, patria dei genitori, in Corea, Germania e Giappone, si stabilisce in Italia dove attualmente vive e lavora a Vicenza. Insegna presso la Boston University ed è stato docente all’Accademia di Belle Arti di Venezia e Perugia e all’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia.

La sua ricerca si concentra sulla creazione di complessi spazi esperienziali, sia visivi che fisici, che utilizzano proiezioni laser o immagini pulsanti per dare vita a configurazioni sorprendenti in un momento storico caratterizzato da parametri digitali e virtuali. L’artista cerca di riconnettere tecnologia e fisicità, scienza e corpo, il flusso incessante di informazioni e le connessioni interpretative, utilizzando media quali disegno, ricamo, nodi, proiezioni laser, sculture di roccia vulcanica ed installazioni a neon.

Dalla fine degli anni Novanta è attivo nel mondo dell’arte contemporanea italiana ed internazionale. Nel 2010 vince il premio “2%” del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma con il progetto ROPE.
Negli ultimi anni ha realizzato numerosi lavori su scala urbana tra cui: “Learning how to see in the dark”, Castello Aragonese, Taranto, 2018; “Precious Objects – Extraordinary Individuals”, Palazzo Malipiero Barnabò, Venezia, 2013; “From a good absorber to a good emitter”, Museo di Castelvecchio, Verona, 2012; “Spin Series”, Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia, Roma, 2010.
Tra le sue recenti personali si evidenziano: Confuse me for someone who gives a f*%k, Studio la Città, Verona, 2021; Origo, Museo Diocesano, Brescia e Wondrous acts, M9 – Museo del ‘900, Mestre, 2020; Bodies without points of view, Complesso dell’Ospedaletto, Venezia, 2019; Synopsis, Villa della Torre, Fumane, 2014; STONEWALL WHITEWASH evento collaterale alla XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, F65, Marina di Carrara e Synopses, MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, 2010.
Ha inoltre partecipato a diverse collettive tra cui: Between space and surface – Arthur Duff, Ludovico Bomben, Francesco Candeloro, Magazzini del Sale, Venezia, 2021; La Finestra sul Cortile. Scorci di collezioni private, GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milano, 2017; The Muse, Whanki Museum, Seoul, 2016; Proportio, Palazzo Fortuny, Venezia, 2015; La Grande Magia. Opere scelte dalla Collezione UniCredit, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2013; Temi & Variazioni, Scrittura e Spazio, Peggy Guggenheim Collection, Venezia, 2011.

Antonio Marcheti Lamera

Antonio Marchetti Lamera, nato a Bergamo nel 1964, vive e lavora a Torre Pallavicina.

La sua ricerca si avvale esclusivamente della pittura e del disegno, i quali nella sua pratica sono il mezzo efficacie e puntuale per sintetizzare e ricomporre le immagini che provengono dallo sterminato archivio fotografico dell’artista. La sua pittura è caratterizzata dall’impiego di una palette minimalista e da un’estrema liquidità del segno, poetico ed evocativo insieme.

Inaugurata la sua carriera artistica alla fine degli anni Ottanta, nel 2004 vince il primo premio alla IV edizione del “Premio Nazionale d’Arte Donato Frisia”, Merate, e al “B.ART 2004 – Premio di Pittura Città di Busto Arsizio”.

Tra le sue recenti personali si evidenziano: Teatro dell’ombra, Ex Chiesetta, Polignano a Mare, 2021; Tempo subìto, tempo anticipato, Studio la Città, Verona, 2019; Storia di un’ombra, Nuova Galleria Morone, Milano, 2017; Tempo sospeso, Galleria Gagliardi & Domke, Torino, 2016; Maurizio Donzelli e Antonio Marchetti Lamera, Villa Rufolo, Ravello, 2011; Urban shadow, Galleria Bianconi, Milano, 2010.
Ha inoltre partecipato a diverse collettive tra cui: Landscape, E3 arte contemporanea, Brescia, 2021-2022; GestoZero, Museo di Santa Giulia, Brescia, Museo del Violino, Cremona, Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena, Bergamo, 2020-2021; Apparizioni, Kunsthalle West Eurocenter, Lana, 2018; Chronos, L’arte contemporanea e il suo tempo, Palazzo Colleoni, Cortenuova, 2017; Principi di aderenza, Castello Silvestri, Calcio, 2016; Saleterrarum, Villa Litta, Lainate, 2015; Aggiustare lo sguardo, Gas – Gagliardi Art System Gallery, Torino e Una solitudine troppo rumorosa, Nuova Galleria Morone, Milano, 2014; 54° Biennale di Venezia, Palazzo della Regione, Milano, 2011.
Hanno scritto di lui storici e critici quali Claudio Cerritelli, Agnes Kohlmeyer, Demetrio Paparoni, Peter Assmann, Tiziana Conti, Giorgio Bonomi, Angela Madesani, Marisa Vescovo, Paolo Balmas, Gianluca Marziani, Alberto Dambruoso, Francesco Tedeschi, Elena Forin, Elena Pontiggia, Lorenzo Madaro, Daniele Capra, Ilaria Bignotti, Matteo Galbiati, Roberto Lacarbonara.